Pasolini, terzo atto. Al MAXXI inaugura “Il corpo politico”, terzo appuntamento del ciclo a lui dedicato “Tutto è Santo”

Le opere di 19 importanti artisti contemporanei in dialogo con oltre 200 documenti che evocano l’attualità del pensiero di Pasolini

Il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini ha chiamato a sé una lunga serie di celebrazioni e mostre a lui dedicate. In questo contesto, il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma e le Gallerie Nazionali di Arte Antica celebrano la figura del poeta con un grande progetto espositivo coordinato e condiviso nelle rispettive sedi museali: Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo. Nel titolo ritroviamo la frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea, del 1969, con il forte richiamo alla sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in netto conflitto con gli eroi di un mondo razionale, laico e borghese. 
Ciascun museo ha declinato il titolo-tema approfondendolo secondo percorsi diversi: il corpo poetico al Palaexpo, il corpo veggente a Palazzo Barberini e il corpo politico, appunto, al MAXXI, dove 19 artisti contemporanei evocano l’impegno politico di Pasolini, in un dialogo serrato tra le opere e la figura del poeta.

Noor Abed, our songs were ready for all wars to come, 2021, super 8 mm film, audio, 22′, 
video still. Courtesy l’artista

Curata da Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Giulia Ferracci, con lo sponsor Intesa Sanpaolo, la mostra Pier Paolo Pasolini, Tutto è santo. Il corpo politico espone fino al 12 marzo 2023 oltre 200 documenti, tra articoli e dattilloscritti originali, interviste audio e video, l’agenda personale, fotografie e intensi ritratti. In particolare, l’attenzione è rivolta al 1975, l’anno in cui Pasolini è particolarmente attivo con conferenze, interviste e presenze televisive, toccando temi scottanti come l’aborto, l’omosessualità, gli abusi di potere, la distruzione della tradizione e dell’identità italiana, effetto dell’affermazione incontrastata della cultura di massa. 
«Pasolini continua a essere un magnete inesauribile – dichiara Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI – scavando nel suo pensiero, nelle sue opere letterarie e cinematografiche, le ispirazioni e le illuminazioni sono infinite, e questa mostra ne è una testimonianza viva. Al MAXXI si conclude il progetto espositivo pensato oltre un anno fa con Cesare Pietroiusti, allora Presidente di Palaexpo, Flaminia Gennari Santori e i “nostri” Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Giulia Ferracci. Ed è molto bello omaggiare il grande intellettuale nel centenario della sua nascita con un progetto condiviso, frutto di una generosa collaborazione interistituzionale. Ringrazio tutto il comitato scientifico, che per oltre un anno ha lavorato con passione alle tre mostre».

Elisabetta Benassi, Alfa Romeo GT veloce, 1975-2007, 2007
Comodato UniCredit Art Collection Fondazione MAXXI
Courtesy Fondazione MAXXI. Foto Patrizia Tocci
 

L’opera di Elisabetta Benassi, Alfa Romeo GT veloce (1975 -2007), che evoca il veicolo guidato da Pasolini la notte in cui fu ucciso, apre l’esposizione: la luce dei fari spiegati abbaglia e disorienta il visitatore, creando un cortocircuito spazio-temporale: la macchina è intatta, i fari guardano avanti, come il pensiero di Pasolini che è vivo e illumina il futuro. Le copie originali de Il Mondo, insieme ai dattiloscritti sono esposte insieme ai giovani fotografati a Roma da Jorge Fuembuena Loscertales, che per quest’occasione presenta una serie d’immagini della serie Chavales del arroyo ispirata a Ragazzi di Vita. Le dichiarazioni di Pasolini sul sistema del potere contemporaneo, sul sesso come metafora del consumo e sulla mercificazione dei corpi trovano, invece, riscontro in Sade for Sade’s Sake, l’opera di Paul Chan che trasforma scene del film Salò o le 120 giornate di Sodoma in ombre proiettate. Dallo stesso film provengono i tre lampadari déco appesi al centro dello spazio espositivo, realizzati per la scenografia dal Premio Oscar Dante Ferretti, mentre scene del film sono state immortalate nelle fotografie di Gideon Bachmann e Deborah Beer.
Tra le due opere, troviamo FOOTNOTES (2022) di Alvin Curran, installazione sound site-specific che evoca temi e passioni pasoliniane. Una scarpa da calcio e un prato; un corvo impagliato che ricorda il film Uccellacci e uccellini; una sedia di filo spinato che è metafora della difficoltà del mestiere di scrittore e un pianoforte che suona da solo una sinfonia imprevedibile. 

Fabio Mauri, Sala del Gran Consiglio (da Oscuramento),1975 – 2015 
Oscuramento – The wars of Fabio Mauri, 2015 Hauser & Wirth, Londra
Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth
© Eredi Fabio Mauri. Foto Alex Delfanne

L’installazione di Fabio Mauri Oscuramento riflette, invece, sul degrado del sistema del potere e della politica: 16 fotografie in grande formato che ritraggono politici del tempo oscurano le vetrate, mentre 29 statue di cera in divisa militare sedute intorno a un tavolo con la figura di Mussolini al centro, ricreano l’ultima seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 24 luglio 1943, che sancì la fine del regime. Mentre in Pier Paolo Pasolini 2009Marzia Migliora utilizza lettere d’acciao per ricomporre la frase “Forse sono io che mi sbaglio. Ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo”, pronunciata da Pasolini nella sua ultima intervista a Furio Colombo il 1° novembre 1975 per Tuttolibri di La Stampa, oggi di straordinaria attualità. Il mito di Medea come allegoria della società contemporanea cinica e priva di valori si trova in Despoiled Shore di Nalini Malani: 12 stampe popolate da figure mitologiche a grandezza naturale, dove la storia di Medea e Giasone diviene metafora dello sfruttamento delle risorse naturali in Asia.
Le installazioni di Claire Fontaine Untitled (Lament) e Untitled (Sermon to the Birds) traggono ispirazione da due affreschi di Giotto e parlano dell’insanabile scissione tra valori autentici e civiltà dei consumi, mentre They Hate Us for Our Freedom, celebre frase pronunciata da George W. Bush dopo l’attentato alle Torri Gemelle, qui diviene una scritta sul muro fatta di centinaia di fiammiferi pronti a prendere fuoco, evocando tensione e pericolo.

Claire Fontaine, Untitled (Sermon to the birds), 2018. Courtesy Studio Claire Fontaine Palermo, Galerie Neu Berlin, Galerie Air de Paris. Credit Studio Claire Fontaine. Photo James Thornhill

L’omologazione della cultura e la morte della bellezza all’indomani del boom economico, sono i temi presenti nell’opera video Comizi di non amore di Francesco Vezzoli, un reality show in cui quattro celebrities sono invitate a scegliere tra vari pretendenti. I soggetti delle grandi tele di Yan Pei Ming sono anche protagonisti di alcune opere di Pasolini, come San Matteo e San Paolo.
L’ascesa della cultura borghese, rintracciabile nella folla di uomini vestiti tutti uguali, è presente anche nei bozzetti e collage di Giulio Paolini, realizzati per la scenografia di Teorema, balletto per il Maggio Musicale Fiorentino del 1999 ispirato all’omonimo romanzo e film di Pasolini. Ispirata a Teorema anche l’istallazione di Ming Wong I must go. Tomorrow che racconta la tensione costante tra le passioni umane represse e le false identità imposte dalla società. 

Giulio Paolini, Scenografia per “Teorema”, 1999. Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini e Archivio Storico della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Credit Leonardo Morfini, ADRYA
 

Nella stessa sezione si trovano anche i 21 acquerelli di Mino Maccari che per Pasolini aveva disegnato la locandina di Accattone: schizzi che ritraggono scene di vita quotidiana, atmosfere surreali e grottesche.Il mondo perduto o che resiste a stento è quello pre-industrializzato che in mostra vive nelle due pellicole di Pino Pascali, girate nel 1965 per lo spot della Cirio, dove l’artista interpreta la danza di Pazzariello e i gesti di Pulcinella

Pino Pascali, Pulcinella (1965), b/n, 3’24”, video still
Courtesy Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare

Il mondo del calcio si fa metafora di vita negli scritti pasoliniani e nell’installazione ambientale A Football Match of June 14th 2002 di Huang Yong Ping, ispirata a un evento realmente accaduto il 14 giugno 2002, quando un asteroide sfiorò la terra . E ancora il calcio ritorna negli scatti di Paolo Ferrari di Pasolini con il pallone, intento a giocare una partita, libero, felice nella pratica della sua attività preferita. Nell’opera video Our songs were ready for all the wars to come di Noor Abed troviamo scene coreografate basate su racconti popolari palestinesi tramandati oralmente e cantati da donne. I canti popolari diventano così strumento di resistenza quotidiana contro l’omologazione. 
L’installazione multimediale Tales of the Copper Cross Garden: Episode 1 di Sammy Baloji racconta il processo di trasformazione di una popolazione da rurale a industriale, e come l’impresa coloniale abbia sfruttato le persone e le risorse congolesi.

Ming Wong, Devo partire Domani / I must go. Tomorrow REDUX, 2022, video still
Courtesy l’artista

Il percorso espositivo si conclude con un messaggio di resistenza: l’opera di Aziz HazaraBow Eco. Protagonista un bambino di Kabul, che prova a salire su un masso per richiamare il gregge con il suo fischietto. La tempesta di sabbia lo spinge a terra ma lui si rialza. In fondo, anche l’ultima poesia in friulano di Pasolini, Un saluto e un augurio, cui Bow Eco è idealmente associata, è un atto di vita, come quello che il poeta lascia a chi legge il suo testamento: «(…)io camminerò leggero, andando avanti, scegliendo per sempre la vita, la gioventù». 

A corredo della mostra, il catalogo a cura di Giulia Ferracci, Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi (doppia edizione italiano e inglese, 224 pagine, 5Continents, Milano) che riunisce dattiloscritti, immagini di scena, fotogrammi di film, articoli di giornale e ritratti che offrono un’esaustiva panoramica sull’ultima produzione dell’autore, insieme a alle schede dei lavori esposti.
La mostra è accompagnata da un ricco programma di eventi al MAXXI pensati per approfondire la figura di Pier Paolo Pasolini e la sua articolata attività di scrittore, sceneggiatore, regista, poeta e artista. 
Dal 15 novembre al 18 dicembre una rassegna in videogallery a cura Paolo Pisanelli sarà dedicata a film e documentari che raccontano la passione per il realismo di Pasolini e Cecilia Mangini, prima donna documentarista italiana.

Aziz Hazara, Bow Echo (2019) HD, 16:9, colore, audio, 4’17”, video still
Courtesy l’artista e Experimenter, Kolkata

Per Paolo Pasolini. Tutto è Santo. Il corpo politico
a cura di Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Giulia Ferracci 
Noor Abed, Sammy Baloji, Elisabetta Benassi, Paul Chan, Alvin Curran, Dante Ferretti, Claire Fontaine, Jorge Fuembuena Loscertales, Aziz Hazara, Huang Yong Ping, Mino Maccari, Nalini Malani, Fabio Mauri, Marzia Migliora, Ming Wong, Giulio Paolini, Pino Pascali, Francesco Vezzoli, Yan Pei-Ming
16 novembre 2022 – 12 marzo 2023 
MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo, Roma