Una nuova vita per il Lingotto grazie all’apertura dei nuovi progetti di Pinacoteca Agnelli

Dall'iconica Pista 500 alle mostre della collezione Agnelli, il Lingotto mantiene la sua identità con uno slancio alla contemporaneità

Uno dei luoghi caratteristici del passato torinese, che ha saputo mantenere una sua identità negli anni e che oggi abbraccia definitivamente il futuro, è il Lingotto, sede storica tanto per la FIAT quanto per la Pinacoteca Agnelli, il 26 maggio ha inaugurato il suo nuovo corso con due mostre negli spazi espositivi, unite all’apertura di un progetto artistico all’interno della caratteristica Pista 500. Un viaggio multisensoriale, che permette a chi lo visita di addentrarsi in più mondi, con uno sguardo mai malinconicamente rivolto al passato, ma anzi esaltato da opere contemporanee che danno nuovo slancio al sito.

«Festeggiamo una nuova primavera per la Pinacoteca Agnelli – ha dichiarato con orgoglio Ginevra Elkann, presidente della Pinacoteca Agnelli nel corso dell’anteprima riservata alla stampa – Con questa apertura facciamo incontrare contemporaneità e tradizione, rendendo questo spazio un centro culturale a tutto tondo, coniugando il presente con il passato della storica collezione d’arte di Giovanni e Marella Agnelli. Proseguiamo qui una storia, che origina lontano nel tempo ma che è alla ricerca costante del futuro. Qui si deve respirare l’odierno, parlando di sostenibilità, multiculturalità e apertura al mondo. Stiamo vivendo un cambio di passo nella storia della Pinacoteca, che diventa sostegno attivo nell’affrontare i temi che caratterizzano e cambiano i nostri giorni. Così, anche la collezione permanente diventa uno strumento critico di approccio alla contemporaneità».

A introdurre le novità espositive è Sarah Cosulich, Direttrice della Pinacoteca Agnelli, che ha presentato i tre nuovi progetti. Si parte dal luogo più iconico, la Pista 500, che ospita le opere di 7 artisti contemporanei: Nina Beier, VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Shilpa Gupta, Louse Lawler, Mark Leckey e Cally Spooner. Alcune installazioni si misurano con l’eredità del Lingotto, altre avviano una riflessione sul monumento stesso, altre ancora complicano gli immaginari tradizionalmente maschili legati alla fabbrica e all’automobile.

Colpisce all’ingresso la scritta al neon Yes to all, che invia da subito un messaggio simbolico di inclusività e segnala la nuova visione del museo, dichiaratamente aperto a tutte e a tutti. A lato si trova l’installazione Die Doppelgangerin, una scultura monumentale in bronzo che rappresenta due enormi forbici intrecciate tra loro. Questa versione imponente dell’oggetto può suggerire una personificazione ingrandita del corpo femminile come metafora onnicomprensiva delle molteplici identità che abitano i nostri corpi, in risposta alle divisioni violente che ci circondano.

Proseguendo il giro della Pista, si arriva alla suggestiva curva parabolica dell’ex pista di collaudo FIAT, dove trovare l’opera Beneath my feet begin to crumble. Sviluppata appositamente per la Pinacoteca, presenta un monumentale LED wall che abbraccia la parabolica sud: protagonista dell’opera è l’iconica catena montuosa delle Alpi che circonda l’area del Lingotto come una cartolina. Nella rampa sud, invece, Cally Spooner ha ideato l’installazione DEAD TIME (Melody’s Warm up), all’interno della quale una violoncellista esegue esercizi di tonalizzazione a partire dalla Suite per Violoncello numero 1 in sol (Prologo) di Bach, mentre la rampa funge da cassa di risonanza e incorpora nella traccia rumori di auto insieme a “bip” a scatti regolari, che alludono alla trasformazione del lavoro dal rigido modello della fabbrica alle nuove forme di impiego nelle quali è sempre più difficile distinguere tra tempo libero e produttivo.

«Quella della Pinacoteca – racconta Cosulich – è una storia unica, un museo all’interno del Lingotto che da oggi arriva ad abbracciarlo fisicamente anche dal di fuori, segnando un nuovo approccio alla fruizione delle mostre. Grande punto di partenza è la Pista 500: il nuovo messaggio sostenibile di FIAT si era già concretizzato nel tetto fiorito, noi abbiamo lavorato per farlo diventare anche spazio per l’arte, con opere pensate per questo contesto. Oggi, infatti, il luogo dell’installazione diventa contemporaneo e site-specific, mentre i nuovi monumenti sono fatti anche di suono, luce e video. La Pista e la collezione Agnelli sono i due poli che la nuova Pinacoteca unisce: contemporaneità e tradizione, ponte tra presente e futuro, perché l’arte può aprire nuove scenari in base all’unicità del luogo in cui viene presentata».

Fiore all’occhiello è poi lo Scrigno che conserva la Collezione d’arte di Giovanni e Marella Agnelli. Qui ha luogo il nuovo progetto espositivo Beyond the Collection. Pensato per ripetersi con cadenza annuale, l’istituzione parte ogni volta da un’opera diversa dello Scrigno per stabilire relazioni in grado di riflettere sulle presenze così come sulle assenze della collezione, mettendo in dialogo le 25 opere della Pinacoteca con capolavori presi in prestito da altre prestigiose collezioni nazionali ed internazionali.

La prima edizione di Beyond the Collection, intitolata Pablo Picasso e Dora Maar, prende le mosse dal ritratto di Picasso Homme appuyé sur un table conservato in Pinacoteca, che in questa occasione viene messo in relazione per la prima volta con tre ritratti di Picasso degli anni Trenta raffiguranti Dora Maar e provenienti dalla Fondazione Beyeler di Basilea. La mostra indaga così le reciproche suggestioni e gli intensi scambi tra i due artisti, riportando alla luce Maar non solo come oggetto della rappresentazione di Picasso – sua amante e musa – ma anche come artista poliedrica, fotografa e suo importante punto di riferimento intellettuale.

Infine, al terzo piano la mostra Turn me on di Sylvie Fleury. Oggetti, simboli e immaginari provenienti dall’ambito della moda, del cinema, delle sottoculture pop, dell’automobilismo, della fantascienza e dell’arte contemporanea vengono assorbiti nel vocabolario eclettico e post-femminista dell’artista. Il risultato sono immagini seducenti e radicali in cui la messa in discussione degli stereotipi di genere promossi dalla cultura di massa come dalla storia dell’arte coesiste con la possibilità di trasformarli in un’arma.

Passato, presente e futuro. Tre spazi dimensionali che si uniscono fino a renderne labili i confini. Dentro una cornice rinnovata e arricchita da installazioni che producono il proprio senso in quanto stabilite proprio in quel luogo specifico, la Pinacoteca Agnelli trova un nuovo slancio, coniugando arte, storia e architettura. Dando ai visitatori una nuova chiave con la quale approcciare alle opere e restituendo alla città un Lingotto che custodisce sì una tradizione centenaria, ma che si orienta con sempre più convinzione alla contemporaneità.

Info: www.pinacoteca-agnelli.it