Il nuovo W Rome nel segno dell’arte contemporanea

Christian Zandonella, direttore del primo hotel W italiano, ci racconta il suo spazio dove l’arte contemporanea fa da protagonista

Alla base degli Art Hotel c’è l’idea del bello. Tra mura che sussurrano una storia o in contesti dall’architettura ipercontemporanea, vengono inglobati dalle città questi spazi che hanno come fine quello di accogliere ma che costituiscono una realtà molto più complessa di un semplice albergo. Sono luoghi in cui si edificano esperienze, atmosfere nelle quali la contaminazione artistica permea nelle pareti, diventa parte dell’arredamento, apparato culturale per chi soggiorna o di chi anche soltanto passa, getta uno sguardo su questo paesaggio, contestualizzato e al contempo inaspettato.

Ve li raccontiamo in questa nuova rubrica cominciando con l’intervista a Christian Zandonella, direttore del primo hotel W italiano, recentemente inaugurato a Roma nei pressi di Via Veneto, dove l’arte contemporanea è la grande protagonista attraverso una ricca collezioni ed eventi ad hoc.

A quali valori vi siete ispirati per il W di Roma?
«Il filo rosso alla base del nostro hotel è la Grande Bellezza, e più in generale il Cultural Heritage. Ci siamo ispirati alla casa di un immaginario collezionista romano che ama circondarsi di opere che parlano di Roma senza cliché. Un altro valore che abbiamo voluto sviluppare è il Made in Italy, avendo cura di inserire materiali di pregio come lavandini in marmo e pezzi di design che raccontino l’alta tradizione artigianale del nostro Paese. L’ospite percepisce di essere a Roma, senza però essere circondato del solito “Colosseo in bianco e nero”».

Massimo Listri, Galleria dei Candelabri, Musei Vaticani

Qual è la storia di questo edificio?
«L’albergo che vedete oggi si compone di due edifici, che fino alla fine del 1800 erano parte della stessa struttura, l’antico Hotel Ludovisi attivo fino 1889. Poi durante la seconda guerra mondiale l’Edificio venne scisso in due diverse unità, e fu sede di uffici, poi di un Ministero, ed infine anche di un servizio di trasporto marittimo. Quando siamo entrati non c’era più nulla che ricordasse di un albergo: dopo 4 anni di lavori siamo riusciti nell’intento audace di riunificare questi due edifici rendendoli funzionali».

Quali sono le opere commissionate appositamente per l’hotel?
«Ce ne sono diverse, la più evidente è il murales dipinto per la nostra reception dall’artista italo – salvadoregna  Costanza Alvarez de Castro. Ha lavorato per 270 ore ricreando un’atmosfera bucolica avvolgente, che rimanda alla classicità romana. Un altro esempio sono le sculture in marmo realizzate da Antonio Fiorentino per il nostro “Giardino Clandestino”».

Costanza Alvarez de Castro, Giardino a ispirazione romana

A chi avete affidato il progetto curatoriale del W Roma?
«Per il nostro brand l’arte è un valore fondamentale, che riflette l’evoluzione della linea W. In questi anni il nostro marchio ha consolidato ulteriormente la sua presenza nel mondo luxury, tenendo alta la qualità pur mantenendo un’indole “funky”. La scelta delle opere è stata affidata a due art advisors internazionali: Nicholas Campbell di Narcissus Art di Londra e Atelier 27 di Parigi, che hanno declinato i diversi linguaggi in molteplici forme. E’ stata la proprietà del Gruppo a scegliere i consulenti e ogni opera è stata acquisita in permanente, diventando parte integrante del nostro hotel. Ognuna delle 162 stanze racconta una storia, con la filosofia del look& feel, con opere personalizzate. L’hotel è permeato di arte contemporanea».

Quali sono le opere che hanno riscosso maggior successo?
«Il feedback più forte che abbiamo avuto è per il lavoro fotografico di grandi dimensioni dei Musei Vaticani realizzata da Massimo Listri, inserita nel nostro cocktail bar. Grazie ad un gioco di specchi voluto dallo studio che ha realizzato l’albergo, Meyer Davis di New York, chi si fotografa davanti a questa immagine sembra davvero immerso nella Galleria dei Musei. E, come dicevamo prima, anche il murales di Costanza Alvares de Castro è stato molto apprezzato dai nostri visitatori»

Oltre all’arte contemporanea, quali sono gli aspetti su cui puntate per differenziare la vostra struttura?
«Sicuramente il design, con una forte prevalenza di pezzi unici realizzati da artigiani italiani, ma anche food (con il ristorante Giano dello chef stellato Ciccio Sultano), il  beverage (con il cocktail bar, capitanato da Emanuele Broccatelli) ed infine la musica, dove stiamo ottenendo molto successo con un format di aperitivo musicale curato da Maurizio Chiarmonti e Lorenzo Rumi, il nostro resident dj, che crea playlist che movimentano le nostre serate, specialmente quella del venerdì che è sempre fully booked».

La vita dell’hotel ruota anche intorno ad eventi speciali, come quello in collaborazione con Nico Vascellari: ci puoi dire di più?
«L’evento di sabato inaugura una Limited Series di eventi curata da Codalunga, sezione dello studio di Nico Vascellari a Vittorio Veneto, Treviso, che fornisce accesso a ciò che è nuovo e futuro nel mondo della musica, dell’arte e della cultura e abbracciando la diversità, l’inclusività e il rispetto per l’ambiente.
L’obiettivo è offrire a un pubblico più ampio e diversificato l’esperienza della produzione contemporanea di musica, arte e design e cinema, consentendo alle voci più innovative e sperimentali di raccontare storie e condividere prospettive interagendo con gli ospiti».
(info per prenotazioni La Techno Matineè:  https://www.eventbrite.com/e/codalunga-x-w-rome-presents-adiel-tickets-299121298857)