Le opere dell’Ermitage rimangono in Italia. Si allentano le tensioni tra Russia e Occidente, almeno nel mondo della cultura

Le tensioni tra Occidente e Russia si distendono. Il direttore dell'Ermitage conferma che non ritirerà le opere prestate ai Musei italiani

Uno spiraglio di luce si apre nel dialogo tra Russia e occidente, almeno nel mondo della cultura. Maurizio Cecconi, segretario generale di Ermitage Italia, impegnato in queste drammatiche settimane nelle relazioni tra direttori e curatori del museo di SanPietroburgo e le istituzioni culturali italiane, apre una linea di dialogo per rinsaldare i rapporti istituzionali tra l’Italia e la Russia. 

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Proteggere i ponti della cultura è di vitale importanza per il segretario. Dopo aver raggelato le relazioni internazionali con la notizia della restituzione dei capolavori di proprietà dell’Ermitage da parte dei musei e delle fondazioni del nostro paese, oggi arrivano i primi segnali dell’allentamento delle tensioni. «L’Ermitage ha raggiunto un accordo con il Ministero della Cultura russo secondo il quale la richiesta di un ritiro immediato delle opere da noi prestate viene attenuata», con queste parole Michail Piotrovsky, direttore generale del Museo Ermitage di San Pietroburgo, invia i primi segnali d’apertura con l’Italia. 

«Dispiace molto che le relazioni culturali tra i nostri Paesi siano crollate in un tale ‘buio’. Se ne può uscire solo se conserviamo l’atmosfera di buona volontà e benevolenza. – Continua Michail Piotrovsky – Ripetiamo sempre che i ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi. Ora è venuto il tempo di proteggerli. È cercheremo di mostrare come si fa» 

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Michail Piotrovsky

Le opere che in particolare sono oggetto di preoccupazione sono La giovane donna di Pablo Picasso in esposizione a Roma, a Palazzo Rhinoceros, sede della Fondazione Alda Fendi e la Giovane donna con cappello piumato di Tiziano, esposta a Milano, nella mostra di Palazzo Reale. «I dipinti di Tiziano e Picasso – dice Piotrovsky – continuano a rimanere quindi appesi alle pareti dei musei italiani per diverse settimane. Lo stesso vale anche per le opere dell’Ermitage che fanno parte della mostra Grand Tour che, previo accordo con gli organizzatori, saranno ritirate immediatamente alla chiusura ufficiale»