Musica, videoarte e sperimentazione nel nuovo progetto di Pippo Delbono e Okiees

Un’opera d’arte completa, a tutto tondo, è quella realizzata dal collettivo catanese Okiees composto da Andrea Rabbito, Adriano Murania, Simone Liotta e Mauro Melis che insieme all’artista Pippo Delbono danno vita al primo volume della trilogia Rageen.

Il collettivo dà vita ad un’inedita forma di concept album che sposa l’idea della narrazione transmediale di Henry Jenkins: infatti per la prima volta la realizzazione di un album musicale vede coinvolti anche un libro e ad un film sperimentale (tutti realizzati dal collettivo) che interagiscono fra loro (attraverso l’uso dei QR Code) per creare un progetto unitario; e a questi linguaggi si aggiunge l’interazione anche con poesia, videoarte, narrativa, illustrazione, performance, reading.

Quest’espressione variegata, composta da vari tasselli integrati fra loro, compone la storia riguardante l’amicizia conflittuale tra i due protagonisti: Roger Benjamin e il suo compagno Benjamin Rye. Lo sviluppo della vicenda dei due protagonisti, che si articola nei tre volumi della trilogia Rageen, manifesta chiare le sue influenze e i suoi omaggi ai grandi romanzieri americani, in particolare John Steinbeck, un aspetto che emerge chiaro sin dal nome del collettivo, Okiees, che si offre come l’alterazione del termine dispregiativo okie rivolto ai migranti provenienti dall’Oklahoma descritti dallo scrittore in The Grapes of Wrath.

Pippo Delbono

In questo contesto Pippo Delbono e la sua poetica non può che offrirsi come punto di riferimento del progetto per divenirne protagonista in veste sia di attore che di cantante. L’artista ligure si dimostra ispiratore del progetto non solo per la sua pratica artistica che tende a decostruire e dare nuova forma ai linguaggi artistici, ma anche per quella trattazione di contenuti che da sempre caratterizzano le opere di Pippo Delbono, attraverso cui si intende fare luce ai luoghi oscuri e ai margini della società e dell’essere.

Il canto di Pippo Delbono e i suoi reading in veste del ruolo del narratore e di Roger Benjamin, accompagnano questo viaggio transmediale, dove l’immagineha un ruolo principale: come si osserva nelle illustrazioni del libro, nella produzione audiovisiva, e nel film che fonde sperimentazione videoartistica con found footage.

Il progetto Rageen intende dare espressione, attraverso il dialogo di diversi linguaggi artistici, ad un canto del disagio, ad un insieme di rabbia e malessere esistenziale che caratterizza questo momento storico così travagliato e incerto.