Pnrr e cultura, Franceschini rassicura: rispetteremo le scadenze.

Roma

«Il ministero della Cultura è in grado di rispettare il cronoprogramma del Pnrr, che vede la prima scadenza al 30 giugno 2022», parola del ministro della Cultura Dario Franceschini, che oggi è stato audito in commissione Istruzione pubblica e beni culturali al Senato. Oggetto dell’incontro era lo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un tema estremamente strategico, perché al rispetto delle tempistiche è vincolata l’erogazione dei fondi europei previsti per il comparto culturale. Parliamo di ben sette miliardi di euro complessivi, «una cifra mai vista prima», ha sottolineato il ministro.

GLI IMPEGNI ENTRO GIUGNO 2022
Il primo intervento riguarda l’efficientamento energetico in cinema, teatri e musei. Il 22 dicembre 2021 è stato pubblicato il bando per la parte degli spazi non statali, il 18 marzo scade il termine della presentazione delle domande e a inizio giugno 2022 ci sarà l’emanazione dei decreti, poi sarà lòa volta del controllo della Corte dei conti. Ed entro il 30 giugno 2022 è previsto il raggiungimento della milestone. Il secondo investimento è probabilmente quello con maggior rilievo in termini di risorse e merito: l’attrattività dei borghi. Parliamo di 1 miliardo di euro, diviso in due voci: la prima per interventi in almeno 229 borghi su singoli edifici o luoghi, di cui a dicembre è stato già pubblicato l’avviso pubblico con bando in scadenza il 15 marzo; e la seconda, con 420 milioni del miliardo complessivo, per la rinascita di un borgo per regione. «Abbiamo chiesto ad ogni regione – spiega Franceschini – di individuare secondo proprie procedure un piccolo borgo, con determinate caratteristiche. Entro il 15 marzo avremo l’elenco e anche la vocazione prevalente di ogni sito che avrà un finanziamento di 21 milioni di euro. Siamo già in collegamento anche con il ministro Colao per l’estensione totale della banda larga nei 21 borghi scelti. Se funzionerà, questo meccanismo potrà essere esportato per il futuro. Sono convinto che la tendenza di ripopolamento dei borghi sia una grande opportunità e con norme di questo tipo lo Stato potrebbe e dovrebbe cercare di anticipare e indirizzare».

Il terzo investimento riguarda la tutela e valorizzazione del paesaggio rurale, cioè di quelle architetture come casali e rustici, con un investimento di 600 milioni. Entro il 31 maggio 2022, le Regioni dovranno provvedere alla pubblicazione del bando e all’elenco delle proposte.

Quarto investimento, i parchi e i giardini storici. Il 30 dicembre scorso è stato pubblicato il primo bando per 190 milioni di euro per la selezione dei parchi e giardini storici vincolati. La seconda voce riguarda invece cinque importanti parchi statali scelti direttamente, tra cui la Reggia di Caserta e Capodimonte, per 100 milioni di euro. Il 15 marzo scade il termine di presentazione delle domande ed entro il 30 maggio si riunirà la commissione di valutazione.

Quinto investimento è quello riguardante la sicurezza sismica e il restauro nei luoghi di culto. In questo caso sono due le voci di spesa distinte. Da una parte si stanno identificando chiese ed edifici di culto su cui si interverrà. Dall’altra, c’e’ il Recovery Art, progetto per individuare sul territorio nazionale strutture finalizzate al ricovero immediato di opere d’arte in caso di calamità naturale e poi al loro restauro e che potranno essere utilizzate anche come laboratori e centri di ricerca. «Per questo fine, abbiamo utilizzato anche strutture ex nucleari. L’attività di ricognizione si concluderà a marzo».

LA SOPRINTENDENZA
Sulla base delle norme approvate in questi mesi è stata creata un’Unità di missione per la tutela del Pnrr con un dirigente generale del ministero dedicato esclusivamente, con la quale lavorano in collaborazione tutti gli uffici e nella quale sono già operative 12 persone. In virtù di una norma di legge è stata anche creata una Soprintendenza speciale per il Pnrr, che è diretta dal direttore generale Belle arti, che ha la competenza di tutte le opere del Pnrr che sono oggetto di vie nazionale o che attraversano le competenze di più territori, così da garantire maggiore velocità ed efficienza. «Sulla base di questa esperienza – ha detto Franceschini- potremmo valutare se introdurre strutturalmente delle modifiche legislative per le opere unitarie ma che attraversano le competenze di più soprintendenze».