«Se in 21 giorni alla fine del mondo le parole di cui andavano in cerca i ragazzi erano quelle che, con verità, avrebbero finalmente spiegato un evento tenuto il più possibile nascosto, nell’interessante graphic novel Le parole possono tutto c’è la scoperta che, a volte, le parole possono riparare quello che pensiamo sia irrimediabilmente spezzato, ma soprattutto siano in grado di infondere coraggio e far nascere nuovi inizi». Così Silvia Vecchini – autrice di albi illustrati e romanzi per ragazzi, poesie, rubriche per riviste e fumetti – e Antonio ”Sualzo” Vincenti (fumettista e disegnatore, collabora con case editrici nazionali e non), che firmano una storia di crescita, al pari di «una nascita, un inizio che non si dà da sé ma chiede partecipazione, intenzione ed energia da attingere in profondità». Edito da Il castoro, il graphic novel Le parole possono tutto (224 pagine a colori, 15.50 euro) ha come protagonista Sara, una ragazza di poche parole. Nella sua vita sono accadute tante, troppe cose: l’incidente, la separazione dei suoi genitori, il litigio con la migliore amica. Qualcosa dentro di lei si è bloccato.
«È come se tutti questi accadimenti finissero di colpo sotto una lente d’ingrandimento – spiegano Vecchini e “Sualzo” – e Sara si domanda se tutto quello che nella sua esistenza non funziona sia colpa sua, oppure se è frutto della casualità». Ci sono momenti, infatti, nel quali ciascuno di noi si interroga, e il rischio di scontrarsi con la (dura) realtà è tutt’altro che peregrino. E in quei frangenti lo sguardo, verso noi stessi e/o gli altri, rischia – nel bene e nel male – di cambiare. «Può succedere di vacillare, di perdere la fiducia. E al contempo, crescendo, si ha bisogno più che mai di credere nelle parole, nelle promesse, nel futuro, di riporre le energie in qualcosa di nuovo, solo nostro. Sara è dentro questo passaggio», proseguono gli autori del volume.
Ma il destino porrà sul cammino della giovane un maestro del tutto inaspettato, l’anziano signor T., con le sue vicende arcaiche e la fissazione per l’alfabeto ebraico, che Sara inizierà ad apprendere (“le sue storie mi portano altrove”, ammette). Ma chi è davvero il signor T.? Attempato e strampalato certo che sì, eppure è proprio grazie a quelle lettere indecifrabili che una strana creatura entrerà nella quotidianità di Sara. E con lei, passo dopo passo, torneranno le parole, quelle “corrette” per vivere ogni cosa in profondità: l’amicizia, la famiglia e (perché no) l’amore. Già: le parole possono tutto. Prima di tutto per Sara – «una ragazza messa all’angolo da una realtà che non le piace, in cui non si riconosce o che comunque fatica a comprendere», incalzano Vecchini e “Sualzo” – ma anche, di riflesso, per il Signor T., «le cui storie, che ruotano attorno all’alfabeto ebraico, la conquistano subito, portandola lontano. Sara, che non si fida più delle parole, troverà appunto un “altrove” nelle storie del signor T.», proseguono.
E se il poeta britannico John Keats scriveva che «le parole più belle son spesso quelle non dette, quelle che naufragano nei silenzi», nel caso del graphic novel sono “letteralmente” salvifiche. Un interessante graphic novel, Le parole possono tutto, che è anche autobiografico? «Sì – rispondono Vecchini e “Sualzo” – perché amiamo tanto la cultura ebraica e il suo meraviglioso alfabeto ed era un sogno, per entrambi, portare anche solo una briciola del suo splendore in una storia per ragazzi». Un racconto che, in qualche modo, rimanda a 21 giorni alla fine del mondo (sempre edito da Il castoro, dove gli autori narrano, con altrettanta sensibilità, l’amicizia, la crescita e il potere esistenziale)? «Certamente, un centro caldissimo che richiama la nostra attenzione è l’esplorazione del non detto. Siamo attratti dall’adolescenza – età di passaggio e trasformazione – perché parla di tutte le volte che diventa urgente cambiare», concludono.
Info: www.editriceilcastoro.it