Con ogni probabilità ciascuno di noi ricorda dove si trovava e cosa stava facendo durante gli attentati dell’11 settembre 2001. Ma se spostiamo l’asticella temporale più avanti, esattamente al giorno 11 gennaio 2016 (era un lunedì), dove eravamo quando – sempre a New York – morì David Bowie, tra gli artisti più influenti del ventesimo secolo? La notizia arrivò, si perdonerà l’ovvietà, come un fulmine al ciel sereno. Al pari della saetta rossa che attraversa l’occhio destro di Ziggy Stardust, l’alieno che s’impossessò di Bowie, nell’immagine della copertina di Aladdin sane, album pubblicato nel 1973 dalla Rca Records. Corsi e ricorsi storici. Ma un fatto, più degli altri, rimane scolpito: dal giorno della dipartita del duca bianco, nulla è stato più lo stesso per gli appassionati della musica (anzi, dell’arte a tutto tondo). Non fa difetto Samuel, protagonista del graphic novel Saetta rossa (tutto torna) pubblicato da Panini comics.
Il volume – brossurato, 224 pagine a colori, 25 euro – è una vera e propria chicca a cui Marco Bucci (fumettista e fotografo) e Riccardo Atzeni (illustratore e animatore) hanno dedicato quattro anni di lavoro. Sono loro a raccontare la storia di un ragazzo, Samuel, che si trova nel centro storico di Bologna quando – appresa la morte di Bowie con una notifica sullo smartphone (“addio a David Bowie. La leggenda del rock aveva appena festeggiato 69 anni ed era malato da mesi”) – rimane letteralmente pietrificato. Per quanto tempo? Un milione di anni, ad essere precisi. Al suo risveglio, si ritroverà catapultato in una società del futuro, per nulla oscura e solo in apparenza così difforme dalla sua, per quanto attorno a lui trovi persone vestite da dinosauro (“ma questo posto è un delirio?”, si interroga), tecnologie biologiche integrate e – non ultimo – un benessere diffuso (“non riconosco nulla. I posti, le persone. Come cavolo sono conciate le persone?”). Si tratta, forse, dell’utopia del domani? Da parte sua, Samuel tenterà di venirne a capo, cercando – in primis – di ritrovare la sua propria dimensione senza smarrirsi. A cinque anni dalla morte di Bowie, con numerose pubblicazioni a fumetti – e altre, che inevitabilmente, arriveranno – incentrate sulla figura di un artista poliedrico, unico in tutto e per tutto, Saetta rossa rappresenta una scheggia impazzita. Un punto di rottura non banale, che squarcia lo spazio e il tempo (“aspetta, ma se siamo nel futuro vuol dire che esistono i viaggi nel tempo?”, domanda Samuel al dinosauro che lo guida. Sentendosi rispondere: “Assolutamente no. Quella è fantascienza, amico”) per condurre il lettore in un futuro dove la libertà e l’accettazione dell’altro sono prioritari (“ma per quanto sia assurdo, ci sta: siete tutti diversi e quindi ve ne fregate”, è la considerazione di Samuel nei confronti degli strani, ma così empatici, esseri che lo circondano).
Spiega Bucci: «Bowie è ciò che mi lega a mia madre e mio padre. Erano loro a farmi ascoltare la collezione di dischi che io, da grande, ho rubato». Ma nel graphic novel dove viene collocato, precisamente, Bowie? «È nell’atmosfera della narrazione e, al contempo, nella crescita di Samuel. Il nostro protagonista, infatti, smarrisce le coordinate spazio tempo a causa della dipartita di una persona importante, comprendendo che chi c’era non farà mai ritorno», ammette Bucci, che aggiunge: «e qui stava il trasformismo del duca bianco, nella costante ricerca di una nuova personalità nel momento in cui quella che l’aveva preceduta perdeva di senso». Allo stesso tempo, Atzeni ricorda: «Ho realizzato il primo concept di Saetta rossa nel 2017». Cinque anni, un numero che ritorna. E in merito all’utilizzo dell’acquerello, l’illustratore evidenzia: «Era nostra intenzione che fosse una fantascienza differente, legata all’emotività. Dunque, l’estetica dei colori acquerello rappresenta il contrasto con cui narrare un futuro lontano ma, allo stesso tempo, luminoso e familiare».
Info: www.panini.it