Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino ha acquisito la leggendaria collezione d’arte di Francesco Federico Cerruti. Un tesoro privato che conta circa 300 capolavori tra opere scultoree e pittoriche che spaziano dal medioevo al contemporaneo. Capolavori che vanno dalle opere di Segno di Bonaventura, Bernardo Daddi e Pontormo a quelle di Renoir, Modigliani, Kandinsky, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per arrivare a Bacon, Burri, Warhol, De Dominicis e Paolini. Una collezione, iniziata a metà degli anni ’50, frutto della vita discreta e riservata di Francesco Federico Cerruti, imprenditore e collezionista scomparso nel 2015. Egli non volendo che le opere venissero separate dopo la sua morte ha istituito una fondazione alla quale ha lasciato la preziosa collezione – stimata per un valore di circa 500 milioni di euro – nonché le istruzioni per il prestito al museo più vicino, il Castello di Rivoli. In base all’accordo con la Fondazione Francesco Federico Cerruti, la collezione è ora ufficialmente passata sotto la cura, lo studio, la valorizzazione e la gestione del Castello di Rivoli divenendone il nuovo polo del museo. Una collezione che si guadagnò l’epiteto di ”mitica”, perché in pochissimi erano a conoscenza della sua esistenza. Non aveva nulla a che fare con un particolare desiderio di raccogliere capolavori lontani dall’occhio pubblico. Durante la sua vita, Cerruti infatti ha prestato molte delle opere ai musei a condizione di anonimato.
Ma l’acquisizione non è solo di opere d’arte contemporanee. L’intenzione è di creare un modello nuovo di museo d’arte in cui l’arte del passato è osservata da prospettive contemporanee innescando un dialogo unico tra collezioni, tra artisti d’oggi e i capolavori del passato. ”C’è stata una tendenza di musei enciclopedici che aprono all’arte contemporanea. Ciò che non è ancora accaduto è l’inverso’’, ha detto la direttrice, notando che il prestito permanente segna la prima volta che un museo d’arte contemporanea incorpora opere che risalgono al Medioevo nella sua collezione. La sfida è reinventare il concetto di museo contemporaneo. ”Tutta l’arte – ha aggiunto – è stata a suo tempo contemporanea. Dobbiamo pensare in termini di contemporaneità e non pensare alla vecchia maniera modernista se qualcosa è stata fatta oggi o ieri”. Info: www.castellodirivoli.org