Riattaccano con la colla la barba di Tutankhamon, a giudizio otto dipendenti del Museo

Il Cairo

Otto dipendenti del Museo egizio del Cairo, tra cui l’ex direttore e l’ex capo dei restauratori, finiti sotto processo dopo un anno di indagini per violazione delle norme professionali. L’accusa risale ad agosto del 2014, quando un inserviente, per aggiustare una lampadina sollevò la preziosa maschera di sepoltura di Tutankhamon, fatta di pietre preziose e oro, spezzando irreparabilmente la barba sporgente. Per tentare di non far scoprire a nessuno il disastro l’ex direttore del museo, l’ex capo restauratore, 4 tecnici e due dipendenti, invece di ricorrere a un repentino intervento di restauro, usarono una banale colla epossidica per riattaccare il frammento. A metà tra gesto di solidarietà e atteggiamento omertoso, l’intervento riparatore fece sì che sulla maschera si formasse uno scalino che invece di nascondere la frattura, la rendeva ancora più evidente. Gli indagati hanno anche usato degli strumenti dozzinali in ferro per aggiustare la colla, danneggiando così ulteriormente la preziosa maschera risalente a tremila anni fa. Gli hateful eight della maschera di Tutankhamon vennero immediatamente licenziati ma adesso le cose si sono complicate, sono stati rinviati a giudizio e rischiano la galera. Per riportare la maschera all’antico splendore è stato necessario chiamare l’esperto tedesco Christian Eckman, che dopo ben due mesi di lavoro è riuscito a far scomparire ogni traccia del misfatto.

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