Blow Chair al Victoria and Albert Museum sta scomparendo

Londra

Sembrava eterno e soprattutto costava poco, per questo la plastica in tutte le sue forme dal Pvc al vinile è stata abbondantemente usata, e continua tutt’ora, da artisti e designer. Solo recentemente si è scoperto che il materiale non è così duraturo come potrebbe sembrare. A farne le spese, tra i tanti, e lanciare l’allarme è stato il Victoria and Albert Museum di Londra che vanta un corposo nucleo di design, anche in plastica. Il lavoro al centro delle problematica è la Blow Chair firmata da tre designer Paolo Lomazzi, Donato D’Urbino et Jonathan De Pas. Il pezzo conservato nel museo è datato 1967. Con i suoi 45 anni, le rughe cominciano ad apparire. La rigidità del Pvc lascia presagire una fine vicina, mentre poco o niente possono fare gli interventi chirurguci plastici per salvarla. Così si è pensato di cercare una soluzione nel mondo della chimica studiando le reazioni della plastica e come la luce ha influito negativamente sul colore e il materiale della poltrona. «Per il legno, per il vetro – dice la restauratrice del museo Sandra Smith – sappiamo come agire. Ma la plastica è un materiale completamente differente e molto sensibile. Stiamo studiano il problema al microscopio per tentare di fermare il processo alterazione». Info: www.vam.ac.uk