Ecco come in Liguria era nato il sistema per trafugare beni archeologici

Imperia

«Devi disimpegnarti con qualche notaio, medico o politico con un regalo unico e di pregio? L’anfora romana fresca di scavo è quella che fa per te», così recitavano i volantini che pubblicizzavano il furto di reperti archeologici sul quale un gruppo di persone molto ben organizzato aveva impostato un vero e proprio sistema delinquenziale. È successo in Liguria, nei mari delle Cinque Terre undici persone appassionate di immersioni subacquee e anche un dirigente del comune di Imperia sono state indagate dai carabinieri di Alassio per furto in concorso di reperti archeologici, in particolare anfore romane trafugate su navi adagiate sui fondali del Ponente ligure. L’operazione, nata nell’estate scorsa e proseguita ieri con diverse perquisizioni, ha portato al sequestro di 31 anfore. Nella prima fase era stato arrestato un ex corallaro di professione, Giovambattista Pesce, e denunciate altre sette persone. I successivi accertamenti hanno permesso di scoprire un gruppo di imperiesi (tutti legati al mondo della subacquea professionale) che aveva rubato anfore dai siti archeologici di Albenga e in altri ancora sconosciuti. Tra di loro subacquei che svolgono lavori portuali e di bacino ad Imperia. È quindi emerso un traffico illegale di reperti archeologici, che sono stati recuperati nelle abitazioni dei soggetti coinvolti ma anche nella villa dell’ex ministro Claudio Scajola (un anfora) e di un dirigente del comune di Imperia. Tra gli oggetti sequestrati anche un gladio di centurione romano, uno scandaglio in piombo di profondità romano, piatti, vasi, cucchiai, chiodi nonché strumentazione di un bombardiere italiano Fiat della seconda guerra mondiale abbattuto nel 1940, corallo e una pianta di marijuana. Nella casa di uno degli indagati sono stati persino trovati dei volantini che pubblicizzavano l’attività illecita il cui slogan, come accennato, era: «Devi disimpegnarti con qualche notaio, medico o politico con un regalo unico e di pregio? L’anfora romana fresca di scavo è quella che fa per te».