Ispirati dalla sensualità

I creativi di oggi non sono rimasti immuni dal fascino delle pin up. E se negli anni Sessanta questa fervente mitologia si assopì, la scena artistica non è mai rimasta digiuna di autori rivolti al passato recente. Olivia De Berardinis può essere considerata un’artista italoamericana nostalgica, visto che ha iniziato la sua produzione negli anni Settanta. Un lavoro che continua anche oggi e affonda le sue radici nelle illustrazioni degli anni Quaranta, nei toni pastello e nella scuola di Bettie Page. Una sensualità ritratta con dovizia di particolari, da cui traspare una sensibilità tutta femminile nel mettere in scena il gioco della seduzione.

Fernando Vicente, artista spagnolo attivo dagli anni ‘80 con illustrazioni e dipinti incentrati sulla figura femminile, ha indagato il fenomeno delle pin up ritraendone il profilo più moderno e fumettistico. Nonostante sia noto soprattutto per i suoi ritratti disturbanti, ricchi di inquietanti particolari anatomici in evidenza, le sue pin up sono leggere e rassicuranti, sorridenti e caricaturali. Più che la sensualità, delle donne di Vicente spicca il lato ironico, particolarmente amato dall’artista: «Quello che faccio è rivisitare un genere che già esiste, caricandolo dei canoni di bellezza attuali, completamente differenti da quelli del passato. Le pin up sono nate come evasione dalla dura realtà della guerra. Superato quel periodo storico sono comunque rimaste donne che possono rappresentare ogni tipologia di femminilità e soprattutto delle icone non solo di bellezza, ma anche divertenti». Un amore, il suo per le pin up, nato «quando andavo a scuola. Amavo disegnare le ragazze, poi ho conosciuto i maestri e ho iniziato ad apprezzare veramente questo tipo di arte». Per Vicente, nonostante ci sia un ritorno prepotente, esso non sradica le sue radici: «La riproposizione contemporanea del fenomeno è un riflesso del passato. Tra le dive, ad esempio, Dita Von Teese è una caricatura di Bettie Page, che rimane ad oggi la pin up più rappresentativa».

Il divertimento è ciò che amano maggiormente i nuovi pionieri di questa scena artistica, e uno dei più appassionati in tal senso è l’americano Chuck Bauman, che ha fatto dell’umorismo il suo cavallo di battaglia: «Ho sempre disegnato, fin da bambino, e tra le varie cose ritraevo pin up. Ero ispirato da tutto: cartoni animati, fumetti, locandine e ogni media esistente. Provavo a emulare i soggetti che più mi colpivano». Uno stile pop che Bauman si è portato dietro negli anni, continuando a creare pin up che fossero innanzitutto piacevoli. «Mi piace prendere personaggi che normalmente hanno una sensualità non accentuata, ed evidenziarla. Ciò che amo di più è creare pin up divertenti», racconta. E se una Jessica Rabbit strizzata in un completino da esploratrice può rappresentare l’emblema della moderna pin up, c’è anche chi rimane nostalgicamente fedele a una versione più retrò del genere, come Paul John Ballard o Carlo Pieroni, fotografo italiano tra i migliori sul genere, o ancora Lorenzo Di Mauro. Fresche o stagionate che siano, queste ormai disincantate maestre di seduzione rimangono, dunque, uno dei fenomeni di costume più longevi della storia. E in tempi come quelli di oggi, dove lo sguardo è più rivolto al passato che al futuro, le pin up non possono che salire, sorridenti e fiere, un altro gradino verso l’immortalità.