Scatti che si incrociano

Nell’involucro candito della Whitecubealpigneto ha luogo “Beautiful days, terrible times”, curata da Sguardo contemporaneo, è la terza delle quattro mostre che scaturiscono dal progetto espositivo Myra/on trasformazioni, un omaggio alla carica eversiva di Gore Vidal concentrata nella vulcanica e dissacrante prosa del suo celeberrimo personaggio, Myra Breckinridge. L’irreverente eroina narra, senza censure, le sue trasformazioni insieme identitarie e fisiche. Tuffandosi nelle vicissitudini e nei pensieri della protagonista che impietosamente mettono a nudo le ipocrisie imperanti nella società statunitense, sorprende constatare come il romanzo, edito nel ’68 tra l’indignazione perbenista, rimanga ancora attuale.

Ebbene sì, perché di persone "transgender" c’è ancora bisogno di parlare, anzi, di lasciare che siano esse stesse a raccontarsi. Il fotografo Andrew Rutt (classe 1965) instaura con loro un dialogo costituito dalla potenza delle immagini: da una parte le foto scattate dall’artista ritraggono i soggetti nudi, in un nudo che non ha nulla di sessuale, ma che mostra senza equivoci la volontà di spogliare gli individui "transgender" dal pregiudizio che spesso ne deforma la visione che ne abbiamo per approdare a una conoscenza più vicina al reale; dall’altro ci sono le foto che Maria Pia, Monica e Silvia hanno scattato con le macchine fotografiche usa e getta consegnate loro dall’artista londinese affinché potessero cogliere situazioni, luoghi, persone e cose attraverso cui parlarci, in prima persona, del loro mondo: Gennaro il cane di Monica, la foto della bigiotteria preferita, l’edicola che affaccia su via Prenestina, la strada verso casa, la passione per la moda, le conchiglie adagiate sulla vasca da bagno, la nostalgia del paese natale in un aereo che prende il volo su un manifesto pubblicitario.

Ne scaturisce un’immagine di piccoli piaceri e passioni e abitudini in cui la semplicità e l’intimità contrastano con l’eccesso che solitamente si attribuisce alla minoranza "transgender". Finalmente nei "Terrible times" i soggetti fotografati cessano di essere proiezioni dello sguardo altrui per divenire protagonisti di se stessi in uno scambio di battute, o meglio di scatti, pienamente autentico. È proprio questo passaggio nato dall’umana e spontanea volontà di conoscere l’altro e di aprirsi ad esso a far sbocciare i "Beautiful days". Il lavoro di Andrew Rutt è “simile a un viaggio nell’esperienza” afferma Valeria de Berardinis nel testo critico e dei viaggi si può divenire felicemente insaziabili.

Fino al 30 Aprile.
Whitecubealpigneto, 
via braccio da Montone 93, Roma

Info: www.whitecubealpigneto.com