Lo scrigno del secolo breve

Le vitree porte del Museo del Novecento aprono il 6 dicembre alle 14, fino all’una di notte, per i visitatori che potranno accedere all’interno del palazzo dell’Arengario fin dai sotterranei urbani, tramite una scala mobile che li accoglie una volta usciti dalla metropolitana. Appena entrati, gli ospiti sono invitati a intraprendere un percorso, fatto di esibizioni e interruzioni, che raccoglie nell’insieme più di 400 opere del XX secolo.

Ogni cittadino avrà la possibilità di entrare all’interno del museo gratuitamente fino al 28 febbraio, anche se sarà ancora più emozionante visitarlo durante l’inaugurazione, visti gli eventi previsti per quella data, fuori e dentro l’Arengario: i clown della scuola di arti circensi e teatrali di Milano rallegreranno il pubblico all’esterno della costruzione, musica novecentesca classica e musica leggera imperverserà nel palazzo, da Giuseppe Verdi e Stravinskij al tango viola di Franco Casavola. Alle 16 il pubblico verrà intrattenuto dalle sonore apparizioni dell’orchestra Ensemble. Ad esempio, nella sala Fontana si potrà ascoltare la prima parte degli interventi musicali per pianoforte e orchestra con musiche composte nella prima metà del ‘900. Letizia Moratti ha spiegato nell’anteprima riservata alla stampa che il Museo del Novecento, nato dopo tre anni di lavori per la messa in atto del progetto architettonico di Italo Rota, «è un luogo prestigioso, nel cuore della città, dove poter conoscere e approfondire l’arte del ‘900 ammirando le grandi collezioni che Milano ha ereditato e costruito nel tempo, incrementando le Civiche raccolte milanesi. Un patrimonio della città che con questo museo diventa opportunità di conoscenza per tutti».

Il gruppo Rota, infatti, composto da Italo Rota, Fabio Fornasari, Emmanuele Auxilia, Paolo Montanari e Alessandro Pedretti, hanno restaurato il palazzo, dando vita a una struttura con una superficie di 8.200 mq, 4.000 dei quali interamente risevati allo spazio espositivo. Il viaggio elicoidale, così come è stato strutturato, all’interno dell’arte novecentesca, inizia con l’alzarsi della terra tra i passi veloci e determinati dei personaggi del quadro Quarto stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo, che lo dipinse tra il 1898 e il 1920. Successivamente, si nota l’area dedicata alle avanguardie internazionali della collezione Jucker, che il comune di Milano ha acquistato nel 1992. Il protagonista della prima sala del museo, quella “delle colonne”, è Umberto Boccioni, del quale si esibisce una collezione eccezionale che comprende anche il manifesto pittorico del futurismo, Elasticità.

Subito dopo quest’esibizione monografica entrano in scena i futuristi: Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Ardengo Soffici, Achille Funi, Fortunato Depero e Mario Sironi. Continuando nel percorso c’è un susseguirsi di stanze dedicate ad autori diversi: da Giorgio De Chirico a Pietro Manzoni passando per Marino Marini, Arturo Martini e Lucio Fontana, al quale è stato dedicato il salone della torre del palazzo. Non manca, al termine di questo percorso interamente dedicato alle monografie, particolare attenzione verso le opere degli anni Trenta e Quaranta, come quelle di Aligi Sassu, Filippo De Pisis e Renato Birolli. All’ultimo piano, ci si può soffermare sui quadri di Alberto Burri, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi e Gastone Novelli. Mentre, nell’area che collega l’Arengario a palazzo Reale, sono ospiti permanenti alcune opere degli anni Sessanta. Giunti all’interno del palazzo la sezione di arte cinetica accoglie infine gli ospiti con lavori della pop art, fino a incontrare pezzi apparteneti all’arte povera e a Luciano Fabro.

Museo del Novecento
Palazzo dell’Arengario
piazza del Duomo, entrata via Marconi 1, Milano
Info: 0288444061; www.museodelnovecento.org