Il Potere del Colore nella Fotografia

Chromoterapia, un viaggio sensoriale tra immagini vibranti e sperimentazione cromatica alla Villa Medici a Roma

Colori sgargianti e pop. Forti contrasti. Eccessi, ridondanza e ironia. Audacia. Sono le caratteristiche che da sempre contraddistinguono l’arte e lo stile di Maurizio Cattelan. Come poteva non rifletterle anche nella mostra da lui curata, insieme al direttore dell’Académie de France Sam Stourdzé, ‘‘CHROMOTHERAPIA. La fotografia a colori che rende felici’’, inaugurata il 27 febbraio all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. L’esposizione accoglie i visitatori con una facciata illuminata di rosa, in perfetta sintonia con l’abito color confetto indossato da Cattelan per l’occasione. La mostra racconta l’evoluzione della fotografia a colori nel XX secolo attraverso le opere di 19 artisti che hanno trasformato il mezzo fotografico in una tavolozza espressiva senza precedenti.

La cromoterapia è una pratica che utilizza i colori per migliorare il benessere fisico e mentale. Ogni colore emette una vibrazione che influisce sul corpo e sulle emozioni. In questa prospettiva, l’esposizione si propone come un’esperienza multisensoriale, accostando immagini in movimento, suoni e profumi ispirati dalle opere presentate.

Suddivisa in sette sezioni, CHROMOTHERAPIA trasporta il visitatore in un universo vibrante e saturo, dove il colore non è solo un espediente estetico, ma uno strumento narrativo. Spesso considerata meno “nobile” rispetto alla fotografia in bianco e nero e per questo denigrata e non presa sul serio, la fotografia a colori ha rivoluzionato il modo di raccontare la realtà, aprendo nuove possibilità espressive e concettuali, consentendo agli artisti di esplorare e reinventare la visione del mondo. Dalla pop art al surrealismo, passando per il kitsch e il barocco, ogni immagine in mostra è una finestra su un immaginario in continua evoluzione.

L’inizio della fotografia a colori risale alla metà del XIX secolo con i primi esperimenti scientifici, ma è solo nel 1907, grazie al procedimento autochrome dei fratelli Lumière, che il colore entra a pieno titolo nella produzione fotografica. Da quel momento, la sperimentazione cromatica diventa un tratto distintivo della fotografia moderna: dal quotidiano alle riflessioni filosofiche e politiche, il colore si afferma come elemento essenziale della narrazione visiva.

Negli ultimi anni, l’uso del colore nella fotografia si è ampliato grazie alle tecnologie digitali e ai social media, che hanno reso la sperimentazione cromatica più accessibile e diffusa. Alcune opere in mostra riflettono proprio questa evoluzione, mettendo in evidenza la fusione tra estetica contemporanea e storia della fotografia.

Tra le opere inedite presentate in mostra, spiccano installazioni fotografiche su larga scala che giocano con la percezione visiva del colore, sfidando lo spettatore a esplorare il confine tra realtà e illusione. Lo stesso magazine ‘’Toiletpaper’’, ideato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, si nutre di questa tradizione cromatica, spingendola fino all’estremo con immagini surreali e provocatorie.

I protagonisti della mostra arrivano da Stati Uniti, Europa, Asia e Africa ed esplorano il colore in modi unici e sorprendenti. La visita inizia con ‘‘Early Birds’’, in cui sono presenti le opere di Madame Yevonde, che ironizza sugli archetipi femminili e inverte i ruoli di genere, di Erwin Blumenfeld, il futurista dadaista che trasformò la fotografia di moda manipolando in maniera sperimentale il colore nel suo laboratorio, e le spettacolari foto del 1964 di Harold Eugene Edgerton, pioniere della fotografia ad alta velocità, noto per aver trasformato lo stroboscopio da oggetto di laboratorio a strumento di uso comune.

In una società in cui le fotografie di gatti sono le immagini più visualizzate online, ricoprendo il 15% del traffico globale di Internet quotidiano, non poteva mancare una sala, intitolata ‘‘Raining cats and dogs’’, in cui cani e gatti sono immortalati in modo comico ed esilarante da Walter Chandoha e William Wehman.

A fare da apertura alla terza sala è ‘‘Glossy’’, in cui viene dato spazio ai lavori di Guy Bourdin e Hiro, che con i loro approcci innovativi hanno incarnato la nascita della fotografia di moda come mezzo artistico autonomo e non puramente commerciale, aprendo la strada a una nuova era della fotografia.

Sulle pareti che costeggiano le larghe e basse scale che portano al primo piano si trova la sezione ‘‘Femme fatale’’, dove vengono confrontate le donne ritratte da Miles Aldridge, Alex Prager, Adrienne Raquel e Juno Calypso.

Una piccola sala ospita ‘‘Stranger Things’’, in cui le immagini minuziose del fotografo poliziesco Arnold Odermatt registrano la realtà disturbata da un episodio visivo, mentre la fotografia pre-digitale di Sandy Skoglund utilizza il colore in modo artificiale, creando composizioni surreali che alterano la percezione e trasformano contesti familiari in ambienti inquietanti.

‘‘Foodorama’’, con il lavoro di Martin Parr, celebra le patatine fritte e il fast food, così come l’ossessione odierna di fotografare ogni cibo che viene consumato.

A concludere il percorso espositivo è ‘‘Make a face’’, una galleria dove il colore dialoga con le tradizioni della ritrattistica, dando visibilità a chi, fino a poco tempo fa, era escluso dagli spazi ufficiali, e diventando così un mezzo di emancipazione. Nel lavoro di Pierre et Gilles, i colori intensi mettono in evidenza la creazione dell’identità queer, sfidando le idee tradizionali di bellezza e cattivo gusto, che spesso sono una forma deliberata di parodia. Ruth Ginika Ossai e Hassan Hajjaj, attraverso l’uso del colore, costruiscono storie visive sorprendenti, reinterpretando simboli classici in contesti contemporanei. La fotografa spagnola Ouka Leele esplora la liberazione dei corpi sullo sfondo di un cambiamento sociale e culturale, nel periodo della transizione alla democrazia dopo la fine della dittatura di Franco. In questa serie di ritratti, i fotografi riflettono sul concetto di individualità in un mondo globalizzato, dove il colore rappresenta una fusione di lingue culturali ed estetiche diverse.

Dall’amplificazione dei dettagli quotidiani alla ridefinizione dei canoni estetici, la fotografia a colori ci invita a guardare il mondo con occhi diversi, esaltando la vita e le emozioni in un’esplosione cromatica. CHROMOTHERAPIA non è solo una mostra: è un’esperienza sensoriale che celebra la bellezza e il potere del colore nella fotografia contemporanea. Un viaggio cromatico che invita lo spettatore a lasciarsi travolgere dalle sfumature, riscoprendo la fotografia come strumento di felicità e libertà espressiva. 

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