GNAM, svelata l’arte poetica di Cecco Bonanotte

Una matericità che allude a Brancusi unita ad una raffinata ricerca: in donazione alla GNAM le opere dello scultore continuano ad arricchire un museo che punta sempre più in alto

Tra le più affermate voci della scultura contemporanea in Italia, Cecco Bonanotte apre il promettente 2025 della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea con una prestigiosa donazione, presentata in anteprima alla GNAM il 14 gennaio. Ad aprire la conferenza stampa, la direttrice Renata Cristina Mazzantini insieme a Francesco Di Nitto Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani e Micol Forti, direttrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani. Cinque i lavori donati, tra cui una serie di disegni che fanno parte di uno studio molto interessante sull’opera dantesca e bassorilievi realizzati nel 2014, estrema sintesi della sua capacità artistica.

L’arte di Bonanotte è una sorta di Giano bifronte: il Cecco disegnatore è affine e conforme al Cecco scultore, le sue fusioni ripercorrono le figurazioni presenti sulla carta e tra vibrazione cromatiche e materiche, il risultato d’insieme è perfettamente coerente. Un tratto che la direttrice ha definito «delicato e gentile, frutto della consapevolezza che intorno a noi ci sia qualcosa di più profondo. L’artista è infatti abile a «lavorare i metalli per dare al metallo stesso la capacità di raccontare attraverso colori e ombre una realtà diversa».

Le sue opere si confrontano con sé stesse, con gli altri e con la natura, in un gioco sublime che rispecchia il quotidiano. Una ricercata poetica che inizia a partire dagli anni ’70, scaturita dall’indagine di confronto fra elemento naturale ed artificiale: matericità che è poesia ancor prima di essere simulacro, un segno artistico riconoscibile che spazia e rivela una profonda libertà. A renderlo speciale, come afferma Micol Forti, è la sua «concezione autonoma dello spazio artistico, autosufficiente e rispettoso della diversità, per una ricerca che continua a creare ponti e dialogo, attività riflessiva attorno all’opera e non solo consumistica come spesso accade nella cultura occidentale».

«Il connubio fra l’Ambasciata e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea infatti, celebra la figura di Cecco Bonanotte e anche il Giubileo della Speranza indetto da Papa Francesco. Il maestro sarà inoltre presente con la Santa Sede nell’esposizione universale di Osaka» ha dichiarato l’ambasciatore Di Nitto. Un rapporto davvero speciale quello che lega l’artista al Vaticano, visto che, come ricorda la direttrice Barbara Jatta «varcare la soglia quando 25 anni Cecco Bonanotte inaugurò il nuovo accesso alle collezioni universali dei Musei Vaticani, fu un evento epocale, in occasione di un Giubileo che avrebbe passato il millennio. Come Michelangelo e Raffaello, l’artista ha inserito una delicatissima e personalissima visione della creazione, non solo dell’uomo ma anche della materia». La GNAM continua dunque ad arricchirsi, memore dell’idea di un’istituzione che, come ricorda Micol Forti è quella di «museo come corpo vivo, che cambia in continuazione e guarda verso più direzioni».

Articoli correlati