Inghilterra, è polemica sulla statua della Regina Elisabetta

Il Regno Unito si prepara a commemorare la defunta Regina con un imponente monumento vicino a Buckingham Palace. Ma non tutti sono d'accordo

La proposta di una statua con un budget tra 23 e 46 milioni di sterline per ricordare la Regina Elisabetta II ha scatenato un’ondata di polemiche, visto che il monumento – posizionato a Londra nei pressi di Buckingham Palace – sarà finanziata con fondi pubblici. In una nota dichiarativa del governo inglese si parla infatti del memoriale nazionale per il monarca più longevo e rispettato del paese, per un’iniziativa commemorativa che deve raccontare la storia di un lungo regno ed essere “bello, inclusivo e sostenibile”.

Molte ovviamente le critiche arrivate, visto che la somma destinata all’opera è considerata dalla maggior parte del popolo inglese come «uno spreco di denaro scandaloso», soprattutto per il periodo di grave austerità economica che sta attraversando l’Inghilterra e che ha colpito duramente settori come l’arte, la cultura e il sociale, evidenziando un sistema davvero fragile ed effimero. Ricordiamo che dal 2000 al 2024 sono stati chiusi oltre 500 musei, come l’Eastleigh Museum nell’Hampshire e il Museum of Cannock Chase nelle West Midlands ed anche istituzioni prestigiose come la Tate, che riceve il 30% dei suoi finanziamenti dal governo, sta affrontando gravi difficoltà economiche, con un grave deficit di bilancio.

Nonostante questo, il concorso internazionale per la realizzazione della scultura commemorativa della Regina, è stato aperto a dicembre 2024 e chiuderà il 20 gennaio. Sono due le fasi previste, una selezione preliminare e una fase di progettazione finale, che vedrà poi una cinquina di finalisti. La giuria è assai prestigiosa, composta da esperti come lo storico dell’arte Sandy Nairne, ex direttore della National Portrait Gallery, la storica Anna Keay e altri importanti rappresentanti culturali.

Con l’espressione “arte pubblica”, si intende una specifica modalità di fruizione e presentazione dell’arte all’interno del tessuto urbano. La committenza, sia essa di natura pubblica o privata, il fare artistico e la fruizione dell’opera sono processi collegati che valorizzano e aiutano a comprendere il valore dell’arte stessa. La natura aperta dell’opera pubblica (anche con carattere commemorativo, come nel caso della statua della Regina Elisabetta), la sua permeabilità e la sua stessa disponibilità all’incontro col pubblico fruitore vanno spesso in frantumi.

Ciò che la retorica istituzionale vuole fare passare come beni comuni, sono spesso monumenti celebrativi dell’arroganza di politici, istituzioni o investitori privati, che decidono quale tipologia di contenuti esporre nello spazio e quali no e chi in quello spazio, ha il diritto di esprimersi. Considerando il ruolo attuale della monarchia in Gran Bretagna, ha davvero senso continuare a finanziare progetti pubblici che servono scopi simbolici piuttosto che pratici e realmente utili?

Articoli correlati