Il direttore Simone Verde ha definito la misteriosa tela come «manifesto teorico della pittura barocca». Il museo fiorentino ha acquistata La Strega di Salvator Rosa per circa 450mila euro: l’opera si trovava infatti all’estero da un numero di anni tale da non poter più essere più vincolata ed era oggetto di interesse da parte di vari musei internazionali – come la National Gallery di Washington – e rischiava di non rientrare mai più in Italia.
Si accresce così il nucleo collezionistico della pittura seicentesca del museo con il dipinto che sarà esposto nelle sale dei maestri del XVII secolo, mentre subito dopo le feste natalizie, avrà un suo momento espositivo speciale nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Gli Uffizi possiedono un cospicuo numero di dipinti di Salvator Rosa, soprattutto paesaggi e scene di genere, ma ad eccezione delle Tentazioni di Sant’Antonio il tema magico e stregonesco risultava fino ad ora assente. «Con questo capolavoro, gli Uffizi si dotano dunque di un’altra potente icona, restituendo all’Italia un capolavoro altrimenti destinato all’esilio» ha sottolineato Simone Verde.
L’esoterismo nel dipinto di Salvator Rosa “artista maledetto”
Al centro della scena, la maga malvagia compare inginocchiata: il suo corpo è sgraziato, il viso stravolto e il pittore quasi ossessivamente ne accentua i segni del tempo. Nella mano sinistra un ramo in fiamme e nell’altra un contenitore di forma sferica dal quale spunta una figura diabolica, simbolo delle forze infernali evocate con i suoi malefici. Ognuno degli oggetti posti a terra, cela un significato oscuro, dalla brocca di vetro, alle monete, sino ai pezzi di ossa e al teschio. In penombra, appare il cadavere di un bambino avvolto da un panno, in riferimento alla leggenda secondo la quale le streghe utilizzavano il sangue infantile per preparare le loro pozioni magiche.
Il soggetto stregonesco nella produzione di Salvator Rosa
Assai ricorrente è la tipologia di soggetto stregonesco nella produzione di Salvator Rosa, specialmente negli anni del soggiorno fiorentino. Dal 1640 infatti, il pittore era stipendiato dal cardinale Giovan Carlo de’ Medici e lo fu fino al 1648: nella corte medicea, l’artista trova un ambiente fortemente incline ai temi esoterici applicati allo studio dei testi filosofici antichi, come il Corpus Hermeticum, tradotto da Marsilio Ficino.
Tra le sue opere più rappresentative di questo misterioso periodo, le Streghe e gli incantesimi, oggi alla National Gallery di Londra, La Strega dei Musei Capitolini, la Menzogna e le Tentazioni di Sant’Antonio, entrambe accolte nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Al tema della magia il pittore ha dedicato anche alcuni componimenti letterari, tra i quali un’ode intitolata proprio La Strega.