Nel cuore di Roma c’è un hotel di lusso con la firma di Luca Guadagnino

L'ex Collegio Nazareno a Piazza di Spagna è diventato Palazzo Talìa. A curare gli interni degli spazi comuni e della "Terrace Suite” è stato il regista di "Chiamami col tuo nome"

Nel Cinquecento era la residenza privata dell’umanista Angelo Maria Colocci, segretario di papa Leone X, mentre alla fine del secolo successivo diventava una scuola per bambini bisognosi. L’ex Collegio del Nazareno, che ha chiuso i battenti nei primi anni Duemila, ha subito un’ultima trasformazione: oggi è Palazzo Talìa, un hotel di lusso con 26 camere e suite, ristorante e bar nel cuore di Roma che unisce classico e moderno. Ai busti e capitelli del I e II secolo d.C. si mescolano infatti opere contemporanee, da patchwork colorati a lavori della nuova generazione di artisti romani. Ma la grande novità dell’hotel a Piazza di Spagna è che gli interni degli spazi comuni e della “Terrace Suite” sono stati curati da Luca Guadagnino, il regista di film del calibro di Chiamami col tuo nome e Challengers.

Palazzo Talìa unisce nei propri ambienti dettagli in marmo e opere come quelle di Delfina Scarpa, artista romana della nuova generazione, immerse a loro volta in atmosfere oniriche. La metamorfosi dello dell’ex Collegio Nazareno è cominciata nel 2021 con il restauro seguito dalla famiglia Federici, mentre gli interni sono stati progettati dallo studio d’architettura di Guadagnino. Fondato nel 2017, lo studio applica lo stesso immaginario narrativo dei film del regista agli ambienti fisici: in questo caso Guadagnino ha applicato uno stile cinematografico e creativo, caratterizzato da una combinazione tra gli affreschi settecenteschi di Gaspare Serenari a elementi contemporanei e da colori forti in contrasto con quelli neutri delle pareti del palazzo.

Se Guadagnino ha curato gli spazi comuni dell’hotel, come l’area ricevimento, il ristorante, il bar e la spa, le altre 25 camere e i corridoi sono stati progettati dalle architette Marianna Lubrano Lavadera e Laura Feroldi. Con ogni camera pensata come unica, anche le due progettiste hanno impiegato un concetto di rielaborazione dello spazio che reinterpreta il design tradizionale con un tocco di modernità. Nelle stanze si alternano infatti letti a baldacchino, piastrelle e divani dai colori audaci.

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