Il Pinocchio a fumetti di Bottaro esordisce in libreria

La nona arte incontra il capolavoro di Carlo Collodi nell’adattamento a fumetti firmato dal maestro di Rapallo

Natale con Pinocchio. Ed è un vero e proprio regalo quello che Luciano Bottaro, rinomato fumettista ligure scomparso nel 2006, offre sia ai lettori della nona arte sia agli appassionati del romanzo di Carlo Collodi (che nel febbraio 1883 pubblicò la storia del burattino più famoso di sempre). A quasi un secolo e mezzo di distanza, l’adattamento a fumetti di Pinocchio firmato da Bottaro torna in una nuova edizione di Rizzoli Lizard (che nel 2015 ha dato alle stampe Le avventure di Pinocchio illustrato da Marco Corona). Già, nonostante stiamo parlando di una delle opere più rilevanti del maestro di Rapallo (classe 1931, appena ventenne si recò a Milano per proporsi come autore, contattando diversi editori a cui mostrare il proprio portfolio), non era mai approdata in libreria prima d’ora in Italia. 

È una gioia per gli occhi e il cuore – ad ogni età – il Pinocchio di Bottaro (cartonato, 144 pagine a colori, 20 euro), elegante e divertente versione a strisce di un intramontabile della letteratura per l’infanzia. A trent’anni dalla sua ultima apparizione in volume (fu raccolto in libro una sola volta, fino a oggi, nel nostro Paese: correva l’anno 1995 ed era destinato agli abbonati de “Il Giornalino”. Due anni fa, invece, è stato pubblicato per la prima volta in Francia, Paese dove Bottaro è sempre stato molto apprezzato, sotto forma di artist edition), Pinocchio a fumetti riappare in una nuova, magnifica colorazione, ricreata seguendo in modo certosino le indicazioni lasciate dall’autore. Un’eredità artistica e umana, la sua, che non può andare smarrita, soprattutto in tempi difficili come questi. 

Già, il tempo. Nonostante i tanti anni trascorsi, l’adattamento di Bottaro – che, bisogna ribadirlo, è un pluripremiato maestro della scuola italiana Disney (per decenni disegnatore e sceneggiatore di riferimento del “Topolino” di Mondadori, ha realizzato per questa testata storie tuttora ristampate all’interno della collana internazionale Disney Masters) – non ha smarrito nulla della sue sagace freschezza e dinamicità. Sfogliamo ancora una volta il calendario: nel 1981 Pinocchio venne pubblicato a puntate sul (già citato) “Giornalino”. Una precisazione importante, questa, poiché in quegli anni gli adattamenti a fumetti dei classici della letteratura costituivano un tassello fondamentale di quella che, tuttora, viene definita «la più longeva e iconica rivista per ragazzi d’Europa». Di fatto, la rilettura di Collodi da parte di Bottaro – creatore di personaggi per l’infanzia come Pon Pon, il pirata Pepito e re di Picche – si inseriva appieno in questo filone. 

Da parte sua, il maestro ligure (la cui intramontabile arte viaggia di pari passo con quella di Giovan Battista Carpi e Romano Scarpa, altri grandi autori del fumetto ligure) cercò pertanto di non tradire lo spirito del testo letterario, prendendosi però parecchio margine in merito all’aspetto grafico. In che modo? Il fumettista si ispirò pochissimo alle versione illustrate tradizionali (meno che mai all’indimenticato lungometraggio d’animazione del 1940) e reinventando, secondo il proprio stile ed estro, l’universo del cocciuto burattino di legno che ambiva a diventare un essere umano in carne e ossa. 

Come spiega Beatrice Masini – giornalista, traduttrice e scrittrice – nell’introduzione “Il legno e la ciccia” – «il Pinocchio nuovo e ipotetico di Bottaro, che trovate documentato nelle ultime pagine di questo libro, non è un bambino. Non cambia affatto, rifiuta la metamorfosi: è sempre e solo un nasone di legno, inchiodato a se stesso». Oltre al (magnifico) racconto a fumetti, Pinocchio di Bottaro offre al lettore una ricca galleria di illustrazioni e appunti inediti in cui il maestro della scuola italiana Disney aveva iniziato ad abbozzare delle nuove, impareggiabili peripezie.

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