Essere saturi, non poterne più. Ambiente, cambiamento climatico, acqua, energia, cibo, salute ed educazione sono diventati negli ultimi anni le principali fonti di speculazione dei fondi d’investimento, o meglio di 117 persone fisiche che attualmente controllano cinquantamila miliardi di dollari.
Questo è quanto riporta la copertina del numero di ottobre 2024 della rivista di economia Milleniium, nato dalle suggestioni di due recenti saggi rispettivamente di Peter Phillips (Titans of Capital) e Alessandro Volpi (I padroni del mondo), che “entrambi sostengono che oggi i poteri più forti (…) siano i colossi della gestione patrimoniale, dunque i manager che li gestiscono. Vale a dire personaggi sconosciuti al pubblico, che siedono nei consigli di aziende poco familiari per chi non segue la finanza (…)”.
Alessandro Volpi, in particolare, ci segnala che “(…) Stanno sviluppandosi sempre più persino gli strumenti finanziari che scommettono sul prezzo delle opere d’arte”, nel senso che “(…) se i grandi fondi decidono che un artista è un fenomeno, scommetteranno per farlo diventare tale e ci riusciranno. L’arte finanziarizzata serve solo a far fare soldi soprattutto ai fondi, che stravolgeranno l’idea stessa di mercato dell’arte”. [Alessandro Volpi, I padroni del mondo – Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia, Ed. Laterza, 2024, pag. 181]
Da qui un senso di vera e propria “saturazione” da affrontare con la satira, vivendo all’insegna della “satirazione”, ulteriore fase del mio divertissement artistico degli ultimi dieci anni, dalla mostra itinerante “Art is Money – Money is Art” agli NFD – Non Fungible Dollars – fino ad arrivare al contributo negli atti di uno dei primi convegni in Italia dedicato alle tematiche giuridiche in materia di NFT. Non per fare auto celebrazione, ma solo per introdurre la nuova fase del mio gioco nel mondo dell’arte, riporto un post su Instagram (più autocelebrativi di così non si può essere).
Dove sono finiti i dollari portati nei favolosi mondi del metaverso? Si vociferava che sarebbero finiti direttamente nei musei di arte contemporanea in giro per il mondo. Invece un giorno incontro l’unica donna patafisica nel mondo, in un luogo altrettanto patafisico che mi introduce nella sua meravigliosa realtà, o meglio meta-realtà.
patafìṡica s. f. [dal fr. pataphysique, formazione scherz. e arbitraria con (é)p(i)- «epi-» e (mé)ta-physique «metafisica», per indicare, originariamente, la scienza di ciò che si sovrappone alla metafisica] – Corrente artistica le cui prime manifestazioni risalgono allo scrittore fr. Alfred Jarry (1873-1907), ideatore della «scienza delle soluzioni immaginarie», per la quale non esistono verità assolute ma solo relative e sempre mutevoli, e tutti i principî possono essere affermati e contraddetti, in nome dell’assoluta libertà creativa dell’artista, fuori da schemi precostituiti. [Dizionario Enciclopedico Treccani]
E così parte un nuovo progetto all’insegna della migliore satira per superare il nostro essere saturi del fatto che, anche nel mondo dell’arte, comanda chi ha in mano i soldi, non quelli diventati opere d’arte ma quelli veri, e mangia banane da 6,2 milioni di dollari che, volenti o nolenti, si trasformano in “Merda d’artista” – versione Anni 2020. Partiamo dal Tzank Cheque di Marcel Duchamp, l’assegno che il maestro patafisico disegna nel 1919 per pagare il suo dentista, e proseguiremo nel 2025, senza per il momento dare alcuna anticipazione.
Buon Anno!