È stato il New York Times il primo quotidiano a ipotizzare che il capolavoro dell’artista olandese Ritratto del dottor Gachet, si trovi attualmente all’interno di una villa a Lugano, i cui proprietari sono italiani. Dipinto en plein air nel giugno del 1890, fu completato poche settimane prima del suicidio di Van Gogh. Il 15 maggio 1990, quando fu battuto da Christie’s a Manhattan, stabilì il record di opera d’arte più costosa mai venduta all’asta, magnate giapponese della carta per 82,5 milioni di dollari.
L’opera, dopo la morte di Ryoei Saito, fu acquistata dal finanziere austriaco Wolfgang Flöttl, che a sua volta la dovette vendere per difficoltà economiche: nel 1998 il dipinto è stato venduto da Sotheby’s, ma l’acquirente rimase anonimo. Inoltre, è da quasi 40 anni, che il capolavoro non viene mai esposto in pubblico.
Dopo le dichiarazioni del giornalista esperto d’arte Stefan Koldehoff, che riteneva appartenesse al misterioso “Uomo di Lugano”, alcuni indizi hanno permesso di ipotizzare che il quadro il sia di proprietà della famiglia lombarda Invernizzi, nota per i prodotti caseari, che nel 2014 acquistò Villa Favorita, prestigiosa residenza sul lago di Lugano che era stata del barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza.
La storia del dipinto Ritratto del dottor Gachet
Il soggetto del quadro di Vincent Van Gogh è un medico psichiatra che amava l’arte, conosciuto grazie all’intermediazione dell’amato fratello Theo. Il protagonista del ritratto, il dottor Gachet fu talmente contento del risultato finale che volle un’altra copia, che oggi può essere ammirato presso il Musée d’Orsay di Parigi.
A differenza degli altri dipinti realizzati dal pittore, questo ritratto non presenta più caratteristiche convenzionali e pose statiche, ma osservando il dipinto si può vedere la figura dello psichiatra che sta seduto in una posizione storta ed ha un’espressione malinconica, quasi triste ed in seguito Vincent, in una lettera che aveva scritto al suo grande amico Paul Gauguin ha affermato che quella del dottore era “l’espressione disillusa del nostro tempo”.
Notevole è anche il contrasto cromatico che appare: le pennellate stese da diverse angolazioni vengono abbinate nell’insieme in maniera perfetta, sottolineando diversi dettagli e dando importanza a diversi oggetti.