Il cantiere della Metro C diventa museo a cielo aperto, la prima opera svelata è di Pietro Ruffo

Con un murale sui silos di Piazza Venezia si apre il progetto che trasforma il cantiere della metro di Roma in spazio creativo

Il cantiere della Metro C a Piazza Venezia si trasforma in una galleria a cielo aperto, dove l’arte contemporanea prende vita nel cuore di Roma. La prima delle opere che abbelliranno il cantiere, svelata il 16 dicembre, è Costellazioni di Roma, un progetto dell’artista Pietro Ruffo, che sarà visibile per i prossimi quattro mesi.

L’opera, una sorta di grande mappa celeste, avvolgerà i dieci silos del cantiere, offrendo una visione inedita di un’area solitamente associata alla costruzione e al disordine.

«Il cantiere è spesso visto come una sfida e un disagio – ha osservato il sindaco Roberto Gualtieri –, ma vogliamo trasformarlo in un’opportunità. Roma ha bisogno di spazi per esprimere la sua creatività, e questa è l’occasione giusta per mostrare il meglio dell’arte contemporanea».

L’opera di Ruffo si estende su una superficie di 640 metri quadrati, con un’altezza di 10 metri e una lunghezza di 64. Il disegno è un intreccio di tredici figure mitologiche, simboli astronomici e creature fantastiche, tutte tracciate in un blu intenso su un fondo bianco. Un omaggio alla storia e alla mitologia romana, che prende vita in una dimensione quasi cosmica, trasformando un semplice cantiere in un viaggio visivo tra cielo e terra.

Il progetto Murales, Arte contemporanea in metro

Il progetto che trasformerà i dieci imponenti silos nel cuore pulsante del cantiere della Metro C di Roma in una gigantesca tela d’arte prevede una serie di murales che verranno alternati ogni quattro mesi, offrendo un palcoscenico sempre diverso per le creazioni di sei artisti di fama internazionale. Oltre a Pietro Ruffo, la scena si arricchirà nel corso dei prossimi anni con le opere di Elisabetta Benassi, Liliana Moro, Marinella Senatore, Toiletpaper e Nico Vascellari, fino a dicembre 2026. Ogni artista porterà il proprio linguaggio e la propria visione, contribuendo a trasformare uno dei punti nevralgici della città in un vibrante spazio di espressione creativa.

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