Futuristi, i veri rivoluzionari

Apre alla GNAM di Roma l'attesissima mostra "Il Tempo del Futurismo", una rassegna che raccoglie un corpus di oltre 350 opere sul movimento

Velocità, aggressività, dinamismo, rivoluzione: tutto ciò che voleva essere il Futurismo incarnava la vera sfida al passato, la dirompente rottura con la tradizione. “Abbiate fiducia nel progresso – scriveva Filippo Tommaso Marinetti – che ha sempre ragione anche quando ha torto”. E questo lo dobbiamo prendere a monito anche oggi, e cioè che le grandi scoperte scientifiche vanno abbracciate con coraggio e che l’artista, che vede prima di tanti altri, ha il dovere di cavalcare il rinnovamento e di e di non fermarsi a ciò che si conosce esplorando l’ignoto.

La grande mostra, tanto dibattuta e tanto aspettata, che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ospita nelle sue sale, in fondo porta a riflettere sull’energia delle avanguardie storiche, di cui il Futurismo è tra i massimi movimenti, sull’importanza di quell’entusiasmo nella sperimentazione del nuovo che nei tempi attuali, delle volte, fa molta paura. Diversamente dalle mostre del passato dedicate al Futurismo, questa rassegna si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia portando con sé riflessioni importanti sul presente e sul futuro e in particolare sulle implicazioni della tecnologia nell’era contemporanea.

Il Tempo del Futurismo: la presentazione alla GNAM

La mostra, che si estende per oltre la metà del museo romano, punta a essere inclusiva, didattica e multidisciplinare, si rivolge al grande pubblico e in particolare alle nuove generazioni. Per questo illustra i concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo contestualizzandoli nella società dell’epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche. A raccontare i dettagli dell’esposizione Il Tempo del Futurismo, sviluppata «tutta in casa», sono stati i suoi protagonisti, dal curatore Gabriele Simongini al Direttore generale musei Massimo Osanna, dal Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, oltre alla Direttrice della GNAM Renata Cristina Mazzantini, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta il 2 dicembre.

«La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è la sede ideale per questa mostra» ha dichiarato Massimo Osanna, che ha sottolineato come oltre cento esemplari provengano proprio dai depositi della GNAM. «Il Tempo del Futurismo, che è un’occasione per mettere insieme un materiale non sempre disponibile, ha anche un respiro internazionale: molte opere provengono da istituzioni estere – ha proseguito Osanna – ma è una mostra che nasce anche dallo scambio nella rete museale nazionale. In Italia abbiamo un sistema museale, e questo è un valore aggiunto del nostro patrimonio».

Osanna ha poi ricordato come la mostra incarni la tensione al nuovo del movimento: «Diceva Marinetti che “un’automobile ruggente è più bella della vittoria di Samotracia”. Da archeologo potrei non condividere, ma con questo manifesto di rottura si riesce a cogliere il futuro del classico, come diceva Salvatore Settis, che anche un archeologo può condividere». «Con la sua retorica antimuseale – ha concluso – il movimento ricorda che i musei e le accademie devono rispondere alla contemporaneità».

Con oltre 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un’attenzione alla matrice letteraria del movimento marinettiano che non ha precedenti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca, la mostra è «fatta in casa», come ha dichiarato la Direttrice Mazzantini. «Con quasi 80 prestatori, compresi musei americani che hanno creduto nel progetto, – ha affermato – l’esposizione, multidisciplinare e multimediale, si basa sul rapporto con la tecnologia e che nell’allestimento dialoga con tutte le generazioni». La mostra è arricchita da due installazioni site-specific di Magister Art e di Lorenzo Marini e sarà vivacizzata da incontri di approfondimento a cura della Fondazione Magna Carta.

L’attualità del Futurismo

«La mostra non può essere compresa se non partendo dal titolo», ha spiegato il curatore Simongini. «È una mostra su un’epoca senza precedenti – ha proseguito – sui cambiamenti scientifici e tecnologici che l’hanno contraddistinta. I futuristi sono stati i primi a capire che queste scoperte avrebbero rinnovato anche il panorama interiore umano. Come sottotitolo avremmo potuto scrivere “Il Futurismo è oggi”, perché è una mostra che fa capire come l’IA sia in linea con il pensiero di Marinetti, in particolare con l’installazione immersiva di Magister Art». «La mostra romana – come ha chiarito il curatore – è un’esposizione di stati d’animo che si rivolge a tutti i tipi di pubblico, non polverosa e accademica».

Con l’auspicio che Il Tempo del Futurismo sia «un motivo di coesione e non di divisione», Simongini ha specificato come la GNAM sia la sede ideale di questa mostra: «la Galleria è stata inaugurata in pieno Futurismo, questo è il suo museo». «Una mostra storica e divulgativa – ha invece dichiarato Mollicone – che mette in luce anche il mondo del collezionismo privato». «Per troppi anni – ha aggiunto – il Futurismo è stato pensato come un fenomeno solo italiano, ma ha fondato un codice che contraddistingue tutte le avanguardie storiche».

«È una mostra al di sopra delle aspettative, su un’avanguardia culturale che ha causato qualche cicatrice. Sono lieto di partecipare all’inaugurazione di questa mostra di caratura internazionale e di grande rigore scientifico», ha dichiarato il Ministro Giuli, che ha ricordato anche «il rilevante contributo del MAXXI all’iniziativa e che è in corso la riapertura di Casa Balla, parte integrante del progetto espositivo». È stato anche aggiunto che proprio Casa Balla sta per essere acquisita dal sistema museale nazionale.

Una mostra tra polemiche «estremamente futuriste»

«Se Marinetti fosse qua oggi avrebbe dato risposte fondamentali per questo presente che stiamo vivendo», ha affermato Simongini in conferenza stampa. Con uno sguardo interdisciplinare, l’esposizione romana offre una prospettiva non solo sul movimento futurista e le opere che ne sono risultate, ma anche sullo sguardo che lo ha contraddistinto, di cui la mostra sottolinea l’attualità. Si spiega così il mescolamento di arti visive con oggetti d’epoca, come di sculture, automobili e materiali d’archivio, ma anche l’accostamento delle opere dei futuristi a quelle di artisti della seconda metà del Novecento, fino ad arrivare alle installazioni pensate per l’occasione espositiva. Su questa linea, l’opera multisensoriale di Magister Art, un tunnel luminoso che combina diverse tracce sonore, tra cui la voce dello stesso Marinetti.

Insomma, una mostra non solo attuale, ma sull’attualità. Pur avendo preso il via tra le polemiche, Il Tempo del Futurismo è un’esposizione che dà ragione a una delle avanguardie più iconiche del secolo scorso. D’altra parte, come ha affermato alla GNAM Francesca Barbi Marinetti, nipote del promotore del movimento, «le polemiche sono estremamente futuriste».

La mostra sarà aperta al pubblico dal 3 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025.