La celebre azienda italiana Bialetti e il colosso Netflix rinnovano la loro collaborazione con una capsule collection ispirata a Squid Game, la serie sudcoreana scritta e diretta da Hwang Dong-hyukche che narra le vicende di 456 concorrenti impegnati in un gioco di sopravvivenza per vincere un ricco montepremi. Ora, dopo più di due anni dalla sua uscita, sta per fare il suo ritorno trionfale con l’attesissima seconda stagione in arrivo dal 26 dicembre, ovviamente su Netflix.
Il simbolo del caffè italiano, la Moka Express, simbolo del caffè italiano, indossa colori brillanti tra verde acqua e magenta in tonalità fluorescenti, simboli geometrici iconici come triangolo, quadrato e cerchio ed elementi grafici come l’iconica scritta Game Over. La caffettiera è disponibile nella versione 3 e 6 tazze è l’elemento di punta della collezione: ad arricchire il tutto, anche accessori termici, come bottiglie e travel mug che uniscono stile e funzionalità.
La sinergia di due realtà apparente distanti quali design e intrattenimento, diventa così veicolo di storytelling, in un progetto che unisce linguaggio visivo e narrativo della cultura pop contemporanea con tradizione e l’innovazione di Bialetti. Non si tratta della prima collaborazione fra le due imprese: lo scorso luglio era stata la volta di Bridgerton, serie televisiva, ispirata ai romanzi di successo di Julia Quinn e tra i contenuti Netflix più visti al mondo, unendo convivialità italiana del rito del caffè la classe ed il bon ton del galateo inglese.
La storia della Moka Bialetti, che da oltre 100 anni rivoluziona il mondo del caffè
L’idea della Moka, leader incontrastato del mercato, è frutto dell’ingegno e della creatività di Alfonso Bialetti, uno dei più grandi imprenditori italiani della storia. Il nome riprede la città di Mokha in Yemen, una delle prime e più importanti zone di produzione del caffè, in particolare della qualità arabica.
Bialetti ha dichiarato che l’invenzione della moka fu ispirata osservando la moglie fare il bucato con una lavatrice che possedeva una sorta di caldaia, “al cui interno si doveva mettere acqua, detersivo e panni sporchi”, ed un tubo, la cui estremità superiore era forata. L’acqua, una volta giunta a temperatura, risaliva lungo il tubo per poi raffreddarsi e riscendere. Questo procedimento serviva per sciogliere il detersivo, il quale poteva meglio spargersi sui panni.
Il progetto ha subito negli anni solo lievi modifiche nella forma che rimane però quella “standard”, cioè quella ottagonale di alluminio, che rappresenta uno dei più importanti elementi distintivi del prodotto. Anche negli altri paesi possiamo trovare la Moka, visto che produce soprattutto per mercati non italiani anche se è nota con altri nomi; in Spagna ad esempio è conosciuta come “napolitana” ,”cafetera de rosca” o anche “cafetera de fuego”, mentre in Portogallo e in Brasile la si conosce come “cafeteira italiana”.