Questioni tattili. SUPERBOTTEGA unisce l’arte di Marco Emmanuele e la manualità di Noreen Seabrook per dar vita a “Un Raggio Verde”

Intervista a Ludovica Rosi, (co)founder di SUPERBOTTEGA e curatrice del progetto di Marco Emmanuele e Noreen Seabrook

Ci sono luoghi che appaiono più lontani di quanto siano: il Mediterraneo e le vette himalayane, la lana e il vetro, l’arte e il design. Alcune realtà hanno il compito di connettere questi mondi lontani per dare vita a nuove forme dell’arte e dell’estetica; fra queste c’è certamente SUPERBOTTEGA, luogo di scambio fra discipline e narrazioni collettive e connettore di storie che corrono parallele fra arte, design, manifattura e molto altro. Ultima, in ordine di tempo, di queste connessioni è quella innescata fra Marco Emmanuele, artista catanese il cui lavoro ruota intorno alla trasformazione dei detriti di vetro in pasta pittorica, e Noreen Seabrook, nome ormai quarantennale delle manifatture himalayane in fatto di tappeti e moquette con grande attenzione per la comunità nepalese e per le sue condizioni socioeconomiche.

Marco Emmanuele e Noreen Seebrook in dialogo

Grazie a SUPERBOTTEGA, questi mondi così apparentemente distanti hanno trovato un’incredibile quadra formale nella realizzazione di un opera-tappeto, esemplare unico, ispirata dalla creatività dell’artista e “messa a terra” dalla sapienza della realtà manifatturiera. Marco Emmanuele ha, così, lavorato per portare il suo lavoro – tipicamente su sagomato in legno sul quale viene steso il denso impasto di vetro – sul piano della tessitura, progettando il mock-up di un suo Un Raggio Verde adattandolo a una nuova dimensione, quella tessile.

Sulla scorta del suo lavoro, ha preso vita l’incredibile perizia realizzativa di Noreen Seabrook, che ha trasformato l’opera in un oggetto manifatturiero di grande aderenza formale al lavoro dell’artista. Minuziosamente recuperando il pantone dell’artista e procedendo a una tessitura di lana manuale di estrema perizia, ha così preso vita una nuova dimensione dell’opera.

A dispetto della dimensione considerevole del tappeto – cm 183 x cm 274 -, l’aspetto intimo e marcatamente avvolgente dell’opera, ha spostato l’enfasi del lavoro materico dell’artista sul piano della cromia, esaltando la qualità tecnica della manifattura nepalese. Questo incontro ha generato, così, un nuovo mondo immaginifico, proiettando l’artista dalla parete al suolo e indirizzando la manifattura verso la chiave di volta della creatività.

Ludovica Rosi, (co)founder di SUPERBOTTEGA e incipit di questo progetto, ha certamente impresso una direzione di avanguardia e di ricerca all’esperienza crossmediale del contemporaneo.

SUPERBOTTEGA: parla Ludovica Rosi

Partiamo dal particolare prima di allargare il nostro orizzonte: come nasce Un Raggio Verde di Marco Emmanuele realizzato da Noreen Seabrook?

Riflettendoci, “Un raggio verde” nasce come un’evoluzione naturale del lavoro di Marco Emmanuele, che ho avuto modo di conoscere da vicino quando, un po’ di tempo fa, durante un progetto per Hypermaremma, passai diverse settimane nel suo studio, lavorando quotidianamente al suo fianco per realizzare una grande installazione. Lavorare sulle sue opere mi ha permesso di entrare nel suo mondo, comprendere i materiali che utilizza – i granelli di vetro, la sabbia ad esempio – e il processo, molto preciso e allo stesso tempo aperto alla casualità e alla sperimentazione. Ricordo che alla fine della giornata di lavoro, quando riguardavamo le tavole, il risultato era molto tridimensionale e materico, ricordando, in realtà, più dei tappeti che delle tavole; erano superfici naturali in 3D.

L’idea di trasformare un’opera di Marco in un tappeto è nata quasi per caso. Con SUPERBOTTEGA cerchiamo sempre di parlare di sperimentazione e nuovi linguaggi, cercando di realizzare progetti che non risiedano nel campo tradizionale di nessuno dei soggetti coinvolti: questa è la nostra filosofia. Chiaramente, per riuscire a tradurre un’opera di Marco in un tappeto, dovevamo lavorare con il migliore fra le realtà tessili. Marco utilizza tantissimi colori diversi e molte tridimensionalità all’interno di un’opera ed era fondamentale replicarli. Così abbiamo coinvolto Noreen Seabrook, dei campioni nell’ambito della manifattura tessile.

La parte più stimolante è stata il continuo back and forth sui colori da utilizzare: non è così semplice. Il tappeto ha più di 26 colori unici, combinati tra loro perché, quando Marco lavora sulla tavola, i colori si mescolano sempre con altri. Il nostro obiettivo era cercare di ricreare proprio quell’effetto.

Cosa ha ispirato la scelta di queste due polarità così distanti? Sulla base di quali fattori può avvenire un incontro creativo proficuo?

Tutta l’idea di SUPERBOTTEGA si basa sul concetto di connessione: connettere menti creative, amici incontrati durante viaggi e amici “di casa”, connettere culture e, soprattutto, spingere gli artisti oltre i confini della loro pratica abituale. Crediamo che la creatività nasca spesso dal confronto con l’inaspettato, dall’incontro tra linguaggi diversi che trovano un terreno comune. Nel caso di Marco, nato in Sicilia e basato a Roma, e Noreen, diviso tra il Nepal e Brooklyn (NY), queste realtà apparentemente lontane hanno trovato un punto di contatto nella ricerca. Per noi, il fattore chiave per un incontro creativo proficuo è il dialogo: costruire un terreno comune dove le differenze non solo si incontrano, ma si amplificano reciprocamente, dando vita a qualcosa di unico. Un Raggio Verde è proprio il risultato di questa filosofia.

SUPERBOTTEGA gioca questo ruolo di connettore fra creatività e di sorgente di idee e di nuovi flussi realizzativi legati all’arte, come nasce questo progetto? In che direzione si muove?

SUPERBOTTEGA nasce con altri tre amici, Matteo, Niccolò e Federico come una piattaforma aperta per sperimentare e collaborare con artisti e amici che ammiriamo, con l’obiettivo di connettere ricerche diverse e generare nuovi flussi realizzativi legati all’arte e al design. L’idea centrale è quella di lavorare su progetti speciali, in cui ogni pezzo è unico o prodotto in edizioni limitate, raccontando non solo la storia dell’artista, ma anche quella dell’oggetto e del suo processo creativo.

Il progetto si muove in due direzioni complementari: da un lato, collaborazioni sempre nuove che ci permettono di esplorare prospettive diverse e portare nuova energia al nostro ecosistema creativo; dall’altro, i progetti “resident,” che rappresentano una dimensione più comunitaria e strategica, poiché possono essere distribuiti maggiormente e contribuire a definire la nostra visione. SUPERBOTTEGA è, in un certo senso, un laboratorio in cui la narrazione è ancora da definire, e ogni progetto contribuisce alla sua costruzione e trasformazione.

Come si inserisce, SUPERBOTTEGA, nel tuo lavoro e nella tua idea di arte e manifattura? Quali sono, secondo te, le coordinate fra le quali muoversi oggi in questo mondo viscoso e multiforme dell’”arte”?

SUPERBOTTEGA è un progetto autonomo, con una sua identità ben definita, ma inevitabilmente influenzato dalle riflessioni del mio lavoro con zeroone. Fondato da me circa un anno fa, zeroone è una piattaforma per artisti che offre uno spazio inclusivo dove creativi di tutto il mondo e di ogni pratica artistica possono condividere le loro opere, visioni e ricerche in totale libertà. Anche se i due progetti sono separati, zeroone rappresenta una fonte di ispirazione e ricerca: ogni giorno apro l’app e scopro nuovi artisti da tutto il mondo che condividono la loro ricerca artistica, le loro idee e sperimentazioni.

La parte divertente è che, con alcuni artisti con cui si crea una connessione più profonda, SUPERBOTTEGA si trasforma in un playground per sviluppare progetti. In un certo senso, è anche un tentativo di soddisfare un desiderio su come vorrei che il mondo dell’arte iniziasse a muoversi oggi, tra due coordinate fondamentali: apertura e contaminazione. I circuiti chiusi non funzionano più; l’arte deve dialogare, mescolarsi con altre discipline e culture, e adattarsi ai nuovi strumenti e linguaggi disponibili. Per me, il futuro risiede proprio in questa capacità di connettersi, contaminarsi e trasformarsi continuamente, mantenendo vivo quel dialogo tra visione e segno.

Qual è la progettualità di SUPERBOTTEGA? Cosa ti aspetti dall’immediato futuro?

Ora abbiamo nuovi progetti che stiamo per lanciare sempre con l’obiettivo di esplorare nuove idee e linguaggi. SUPERBOTTEGA è in continua evoluzione e sarà divertente vedere come tutti i progetti a cui lavoriamo ad un certo punto ne definiranno l’identità.

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