Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione è il titolo dell’esposizione che sino al 9 febbraio 2025 arricchisce le preziose mura romane. Curata da Emilio Russo, Patrizia Tosini, Andrea Zezza e Beatrice Tomei, la mostra indaga le infinite connessioni tra letteratura e pittura scaturite durante l’età d’oro del Barocco, in un contesto, quello di Galleria Borghese, che è perfetto per rileggere e celebrare la figura del poeta napoletano.
«Vi è una componente poetica molto forte all’interno della Galleria Borghese» – ha affermato la direttrice del museo Francesca Cappelletti, ribadendo come «Giovan Battista Marino sia colui che attraverso la parola poetica riesce a far comunicare tra loro i personaggi».
La mostra, afferma il professore Emilio Russo – «ripercorre un felicissimo momento dell’arte italiana attraverso gli occhi di un contemporaneo che ha lasciato meravigliose testimonianze da un punto di vista letterario». La vita e la produzione letteraria di Marino si intersecano con lo stile dei maestri dell’arte figurativa di primo ‘600. Così, le opere di Tiziano, Correggio, Caravaggio, Poussin, sensibilmente svelano al visitatore il paradigma oraziano dell’ «ut pictura poësis» senza alcun complicato meccanismo o complesso gioco figurativo: l’opera d’arte è lì, in un silenzioso dialogo con altri capolavori, parte della collezione d’arte iniziata da Scipione Borghese.
«La meravigliosa passione»: le sezioni in mostra
Poesia e pittura nel Seicento. Introduzione a Giovan Battista Marino è il titolo della sezione che inaugura il percorso espositivo con le eccelse firme di Correggio, Tiziano e Tintoretto. «Di me in Roma son stati fatti mille ritratti», scriveva il poeta nel 1623, testimonianza concreta di come, con i suoi interessi e le sue relazioni trasversali, del Barocco sia stato un rappresentante esemplare.
Si continua con La Galeria e il dialogo di Giovan Battista Marino con gli artisti. Evidente l’allusione all’omonimo celebre poema, maestosa raccolta di 624 componimenti dedicati a opere d’arte, e ripercorre il profondo rapporto di Marino con i protagonisti dell’arte del tempo: Luca Cambiaso, Palma il Giovane, Rubens, Cavalier d’Arpino, Alessandro Turchi, Pietro Bernini. Particolare attenzione è dedicata a Caravaggio, a cui Marino dedica ben due testi nella Galeria, ricordandolo anche nel poemetto Il Tempo e nell’Adone. Secondo il racconto di Giovan Pietro Bellori, i due sarebbero stati infatti «amicissimi». Le sezioni La strage degli innocenti e L’Adone tra sacro e profano, esplorano le infinite sfaccettature di questo genio letterario, per tutta la vita in bilico tra mito e religione.
Commiato. L’apoteosi di Marino e la scoperta di Nicolas Poussin: la quinta sezione
«Possiamo considerare Marino come colui che ha tirato fuori Poussin dall’anonimato». Con queste parole, il curatore Emilio Russo fa intendere il ruolo chiave del poeta napoletano nell’ascesa dell’artista francese: la scoperta del suo innegabile talento, è il più evidente lascito del poeta alla storia delle arti figurative. L’esposizione si conclude con le concrete testimonianze figurative – come La morte di Chione – che aiutano a comprendere come sia stata proprio l’amicizia con Marino a determinare il colore poetico delle creazioni poussiniane. Ad ultimare la mostra è infatti il Regno di Flora, l’opera in cui più intensamente appaiono manifeste le influenze mariniane, nei colori perlacei della tacita malinconia di una tela che così descrive Bellori «in un giardino, Narciso, Clitia, Aiace, Adone, Giacinto, e Flora che sparge fiori, danzando con gli Amori».
Dal 19 novembre al 9 febbraio 2025
Galleria Borghese, Roma
info: Galleria Borghese