Attivisti pro-Palestina denunciano il sostegno del MoMA a Israele

Contestato il presidente del onorario del MoMA di New York e il suo supporto a Israele nella guerra a Gaza

Prosegue la protesta in supporto alla Palestina anche nelle istituzioni del mondo dell’arte. Il 12 novembre diversi manifestanti pro-Palestina si sono riuniti fuori dal Museum of Modern Art di New York, che ospitava l’assemblea annuale del World Jewish Congress, influente organizzazione guidata dal miliardario Ronald S. Lauder, presidente onorario del MoMA. Per l’occasione circa 50 attivisti, artisti e operatori culturali ed ex dipendenti del MoMA si sono riuniti fuori dal museo con tamburi, fischietti e volantini. È stato srotolato uno striscione che recitava: “Gli amministratori del MoMA finanziano il genocidio, l’apartheid e il colonialismo dei coloni”. I manifestanti hanno affermato di star manifestando «contro il WJC, che nega il genocidio, e che oggi usa le strutture del MoMA».

L’influenza di Lauder nei musei e sulla politica internazionale

Lauder, insieme al fratello Leonard, è ereditiero di Estée Lauder e ha una lunga storia di donazioni al MoMA, come quella di 65 milioni di dollari nel 2005. Figura potente nel mondo dei musei di New York, ha donato importanti opere d’arte al Metropolitan Museum of Art e ha fondato la Neue Galerie di Manhattan. Lauder è presidente del Congresso Ebraico Mondiale, organizzazione che ha più volte rilasciato dichiarazioni a sostegno di Israele, inquadrando l’antisionismo come forma di antisemitismo. In un rapporto del 2022 presentato alle Nazioni Unite, l’organizzazione ha denunciato quella che ha definito la “falsa rappresentazione di Israele come stato razzista” e ha affermato che è “ingiustificato” suggerire che Israele abbia creato uno Stato di apartheid in Palestina.

Si tratta di affermazioni già smentite da diversi rapporti di osservatori indipendenti e organizzazioni internazionali. Sempre nel 2022 la risoluzione del 31 marzo del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato le pratiche di Israele nei territori palestinesi occupati. Da anni Israele limita severamente la libertà di movimento dei palestinesi e nei territori occupati le loro abitazioni sono sistematicamente distrutte e interi villaggi subiscono trasferimenti forzati. L’esercito fa spesso un uso sproporzionato della forza letale è comune, spesso senza minaccia immediata. Infine, numerosi palestinesi subiscono detenzione senza processo, con frequenti segnalazioni di maltrattamenti, torture, abusi sessuali.

Repubblicano, Ronald S. Lauder ha stretti legami con il partito di estrema destra israeliano Likud ed è sostenitore di lunga data del presidente eletto USA Donald Trump. Dal 2016 ha donato oltre 1.6 milioni di dollari a organizzazioni pro-Trump e ha recentemente finanziato la sua campagna elettorale per il secondo mandato.

Le proteste al MoMA

Le proteste recenti sono parte di un appuntamento ciclico di dissenso verso i vertici del MoMA e del loro sostegno a Israele. Durante la protesta al MoMA, circa cinquanta manifestanti si sono riuniti per contestare la cena del Premio Theodor Herzl 2024, intitolato all’ideatore del sionismo. L’evento celebrava personalità legate a posizioni pro-Israele, tra cui Jon Huntsman e Tal Huber. Huntsman, ex ambasciatore degli Stati Uniti, è stato criticato per aver minacciato di sospendere i finanziamenti all’Università della Pennsylvania dopo un evento culturale palestinese. Huber, noto grafico, ha creato la controversa campagna “Kidnapped from Israel” riferita agli ostaggi del 7 ottobre, che ha avuto ampia diffusione mediatica. Entrambi erano tra gli ospiti d’onore alla cena al MoMA, evento che ha attirato l’attenzione dei manifestanti per le loro posizioni pro-Israele.

L’indifferenza dei musei di New York

A New York i responsabili dei musei rifiutano di parlare dell’invasione israeliana di Gaza e del Libano. A marzo, il MoMA ha negato l’ingresso a un visitatore in possesso di una kefiah. Il museo si è poi scusato, affermando di non avere una politica di divieto dell’indumento simbolo della cultura palestinese. Il Museo Noguchi nel Queens ha licenziato i dipendenti che indossavano la kefiah al lavoro, dopo aver adottato una nuova politica interna che vietava “l’abbigliamento politico”.

«Quando ci sono miliardari che investono denaro in un’istituzione culturale, è ingenuo pensare che non abbiano voce in capitolo sul modo in cui quell’istituzione viene gestita o su quali artisti vengono valorizzati o su quale arte non viene considerata di valore» ha dichiarato Liv Senghor, organizzatrice principale di Planet Over Profit, tra le realtà presenti alla protesta.

Circa un mese fa, la guerra a Gaza ha superato il traguardo di un anno. Una settimana prima della protesta, Donald Trump ha vinto la sua seconda elezione presidenziale. Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, più di 40.000 palestinesi sono stati uccisi da operazioni militari di Israele a Gaza, più della metà dei quali bambini e donne. A settembre, Israele ha esteso le sue operazioni militari al Libano e alla Siria, distruggendo interi villaggi libanesi e mettendo a rischio il patrimonio artistico mondiale.

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