In occasione del centenario della nascita di Gianfranco Baruchello (1924-2023), il Centre Pompidou ospita fino al 10 marzo 2025 una mostra promossa dalla Fondazione Baruchello e dedicata a due opere dell’artista: il progetto multimediale A partire dal dolce (Doux comme saveur, 1979), presentato per la prima volta in edizione integrale, e il film sperimentale Verifica incerta (1964-1965), entrato nella collezione del Musée national d’art moderne nel 2002.
A partire dal dolce: video intervista e collage multimediale
A partire dal dolce è una videoinstallazione multischermo e libro autografo, un collage di appunti, fotografie e disegni. Risultato di un vasto progetto sul “dolce”, Baruchello si interroga su come un sapore possa essere il punto di partenza per ricordi, storie e riflessioni politiche e culturali sulla propria epoca, costruendo immaginari, stereotipi culturali, sistemi di potere. Un progetto di circa 24 ore di interviste condotte dall’artista stesso con filosofi, scrittori e psicoanalisti come Noëlle Châtelet, David Cooper, Félix Guattari, Alain Jouffroy, Pierre Klossowski, Gilbert Lascault, Jean-François Lyotard, ma anche lavoratori immigrati, pasticceri dell’industria dolciaria ed educatori museali.
La domanda di partenza è sempre la stessa: cos’è dolce? Anche il libro è un montaggio, una raccolta di materiale proveniente dai suoi archivi di lavoro e di appunti scritti a mano: riflessioni articolate in libertà, senza condizioni o parametri da rispettare, e che, proprio per questo, affrontano temi personali appartenenti alla sfera dei sogni, dei ricordi repressi, dell’inconscio. «La scelta di questo film – secondo l’artista – è stata influenzata da un’osservazione personale sull’assenza di dolcezza nella vita quotidiana e nel mondo che ci circonda. Parlarne potrebbe essere, almeno inizialmente, un’attività simile all’esorcismo. Ma parlarne può compensare la sua mancanza?».
Verifica incerta: del cinema non si butta via niente
Nel 1964, Baruchello e il fotografo Alberto Grifi (1938-2007) acquistarono il contenuto di un camion pieno di pellicole, circa 150.000 metri di film destinati al macero. Il materiale era ritenuto inadatto alla proiezione e pronto per essere smaltito: nel mucchio di bobine, graffiate e danneggiate dallo sfruttamento, furono trovati circa 47 lungometraggi, soprattutto americani doppiati in italiano, la maggior parte dei quali in CinemaScope.
Dopo alcune rapide operazioni di ricondizionamento standard (pulizia, giunzione, riavvolgimento), Grifi e Baruchello misero insieme il tutto utilizzando una moviola di seconda mano. Dopo sette mesi il film era pronto: le avventure del “personaggio ipotetico” Eddie Spanier nascono dal montaggio, che spezza ogni forma di continuità a favore di lapsus e brutali sfoghi di nonsense. Prodotto con i rifiuti dell’industria cinematografica, Verifica incerta è deliberatamente proiettato senza lente anamorfica CinemaScope, e per questo appaiono distorte.
Nell’idea originale, la proiezione del film avrebbe dovuto essere seguita da una “Fase di dispersione clamorosa”. Tuttavia, questa seconda parte del progetto fu abbandonata dopo l’anteprima del film a Parigi il 30 aprile 1965. L’apprezzamento di Marcel Duchamp, Man Ray e Max Ernst alla prima a Parigi nel 1964 fece cambiare idea agli autori e salvò l’opera dalla distruzione. Seguirono altre proiezioni evento: tra quelle più note, il film venne presentato a Palermo nel maggio 1965, in occasione della riunione del Gruppo 63, movimento letterario italiano della Neoavanguardia.
info: centrepompidou.fr