Grande successo per l’inaugurazione di Variable Altemps, mostra prodotta dalla Carla Fendi Foundation all’interno del Museo Nazionale Romano. Il progetto è stato pensato dall’artista Gabriele Gianni in continuità con l’opera Artificial Creation, ugualmente frutto della collaborazione con la Carla Fendi Foundation, da cui Gianni parte per elaborare il proprio lavoro in rapporto alla collezione Altemps e in seguito al Museo Nazionale Romano.
Insieme ai curatori della mostra ossia Marco Bassan, Chiara Giobbe e Ludovico Pratesi, Gianni si è mosso lungo l’idea di lavorare con l’intelligenza artificiale per tentare di condurre al massimo le capacità di apprendimento personali, con il fine di realizzare strumenti di ricerca utili sia ad un lavoro di analisi, sia all’atto creativo e artistico. Come testimonia Artificial Creation, in passato la Fondazione e Gabriele Gianni hanno prodotto installazioni d’arte contemporanea grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Con Variable Altemps si scava più a fondo, l’artista prende parte attiva al processo ingegneristico per elaborare strumenti utili, ad esempio ai restauratori per la ricostruzione digitale di statue e immagini, per poi dimenticare gli strumenti stessi e riappropriarsene con fini artistici, «per fare arte, attività di per sé priva di un obbiettivo», come sostiene Gianni.
«Ciò lascia riflettere sulla possibilità di valutare se in questo periodo storico un’artista, attraverso l’Intelligenza Artificiale può suggerire degli approcci di ricerca proprio a chi fa ricerca, riflettendo sulla possibilità che la scienza possa venire anche dall’arte», afferma l’artista di concerto all’idea della Presidente della Carla Fendi Foundation Maria Teresa Venturini Fendi, per cui «in questo dialogo tra storia, arte e tecnologia è spesso la scienza a suggerire percorsi per inediti modelli artistici. Nel caso di Variabile Altemps è invece l’arte contemporanea a creare lo spunto per un nuovo approccio di ricerca».
Attraverso l’energia generativa dell’intelligenza artificiale, Gianni ha interpretato le collezioni archeologiche di Palazzo Altemps, consultando numerose immagini presenti nel database digitale del Museo Nazionale Romano, per dare vita a quattro video installazioni che immaginano l’evoluzione delle opere. La prima video installazione dal titolo Oscillazioni I dura 50 minuti, la scelta di un tempo così lungo lascia riflettere su come il tempo agisca differentemente sull’uomo e sulla macchina, poiché quest’ultima può generare all’infinito. Nello specifico ritratti scultorei delle collezioni di Palazzo Altemps e del Museo Nazionale Romano si susseguono alternando la ricostruzione dei volti al loro progressivo decadimento.
La seconda opera Analisi e ricostruzione si presenta come la più scientifica. Nasce dall’elaborazione di strumenti di analisi dei rapporti geometrici e simmetrici che caratterizzano i volti in pietra della collazione, utili proprio alla ricostruzione degli elementi mancanti. Dunque Analisi e ricostruzione espone l’alternarsi dei volti originali delle statue a cui susseguono le stesse immagini ricostruite e generate dall’Intelligenza Artificiale. Sulle immagini si alternano dei dati che indicano la distanza di occhi, bocca, naso, l’altezza del volto, il rapporto aureo e i dati di simmetria.
Oscillazioni II titolo della terza installazione, in cui l’elemento sacro è particolarmente percepibile nell’osservare la decostruzione di statue rappresentati divinità, come quella di Apollo ad esempio, il cui deterioramento genera uno spazio latente, disponibile all’emersione di nuovo materiale: l’oro. L’oro, è un elemento che attraversa Variable Altemps e che inserendosi nel varco tra creazione e distruzione lascia riflettere proprio sulla ricerca del possibile equilibrio tra questi due elementi. L’ultima video installazione, Artificial Creation, riadatta l’opera originaria presentata a Spoleto66 Festival dei Due Mondi ai nuovi spazi del Museo Nazionale Romano, attraversando dunque una trasformazione artistica. Ed è qui che Gianni intende porre l’accento.
Le forme originali decadono e diventano altro, le opere filmiche possono adattarsi a nuovi spazi, creando nuove forme di relazione anche per rapporto al tempo? Nel caso di quest’ultima video installazione si ripete il processo ingegneristico e artistico per cui, è stata l’applicazione dei modelli generativi addestrati sulle collezioni del Museo Nazionale Romano a modellare l’opera ai nuovi spazi. In definitiva il progetto artistico ha dato vita a due modelli di Intelligenza Artificiale. Il primo con il fine di suggerire ricostruzioni di parti mancanti di antichi ritratti marmorei, il secondo al contrario, lavorando su frammenti di statue, con il fine di decostruire.