L’Arabia Saudita alla sua seconda Biennale, tra tradizione e presente

Sino a maggio 2025 presso il Terminal Hajj dell'Aeroporto Internazionale King Abdulaziz di Jeddah, si terrà la Biennale all’insegna del dialogo tra modernità e spiritualità

All that is in Between è il titolo, ispirato ad un versetto del Corano. La mostra, con 500 opere da diversi paesi e con più di venti artisti coinvolti, vuole suggerire l’equilibrio dinamico di spazi liminali sospesi tra il sacro e il profano, tra passato e presente, tra diverse tradizioni culturali. La curatela è di Julian Raby, esperto di arte islamica, insieme a Amin Jaffer e Abdul Rahman Azzam. Muhannad Shono, artista saudita, funge da curatore per l’arte contemporanea.

Organizzata dalla Diriyah Biennale Foundation, vedrà la celebrazione dell’arte islamica attraverso opere che spaziano dalle tradizioni storiche alle espressioni contemporanee: uno degli eventi più attesi sarà la presentazione di manufatti mai esposti prima d’ora, provenienti dai due luoghi più sacri dell’Islam: La Mecca e Medina. Questi tesori saranno affiancati da installazioni e opere di artisti contemporanei sia locali che internazionali, in un dialogo tra tradizione e futuro mediato dall’arte.

Tra gli obiettivi della Biennale non c’è soltanto la promozione dell’arte islamica, ma anche la volontà politica di favorire uno scambio culturale globale all’insegna della comprensione tra diverse realtà artistiche e religiose. La precedente edizione della Biennale, tenutasi nel 2023, si era concentrata su temi simili con il titolo Awwal Bayt (La Prima Casa): un riferimento alla Kaaba, il luogo più sacro per i musulmani.

Con questa nuova edizione, l’Arabia Saudita prosegue il suo obiettivo di costituirsi come centro culturale globale, sostenendo l’arte e rafforzando il suo ruolo come crocevia di scambi culturali e religiosi internazionali. Tra i prestiti figurano oggetti storici e opere d’arte provenienti da importanti istituzioni come il Museo del Louvre (Parigi) e il Museo Victoria e Albert (Londra), nonché da collezioni specializzate in arti e culture islamiche, come l’Istituto Ahmed Baba di Timbuktu, il Museo delle Arti Islamiche (Doha) e la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica (Genova).