Negli spazi di AlbumArte, centro di ricerca e produzione artistica indipendente di Roma, prenderà il via il 16 settembre la mostra Medianature, realizzata dagli studenti del primo e del secondo anno del Biennio di Multimedia Arts and Design di RUFA – Rome University of Fine Arts, appartenente al Gruppo Plena Education. L’esposizione, curata da Re:humanism, prende ispirazione dal lavoro del teorico dei media Jussi Parikka, che con “medianature” propone un nuovo modo di comprendere la relazione tra la natura e la cultura.
Parikka indaga sul ruolo dei media, visti non solo come strumenti di rappresentazione della natura, bensì partecipi dell’ecologia globale, modellando e influenzando il nostro rapporto con l’ambiente. Un tema, questo, su cui riflettono gli studenti RUFA, che lo hanno reinterpretato in tre progetti multimediali. Le opere in mostra mirano infatti a ribaltare alcune delle certezze dei visitatori, mettendo in campo anche un dialogo con gli spazi espositivi.
Padiglione Invisibile, concepito dal collettivo Blivet, allude ironicamente all’impostazione espositiva proposta da una delle principali istituzioni artistiche contemporanee, la Biennale d’Arte di Venezia, rovesciandone però la destinazione in termini di visibilità e invitando a una riflessione su chi e cosa oggi nella società iperconnessa è veramente esposto. Un percorso guida lo spettatore ad attraversare gli ambienti di AlbumArte, rivelando solo alla fine le logiche che lo determinano e invitando a un gesto di ribellione nei confronti delle regole imposte.
Cyborg Mama Nature è una grande installazione totemica concepita da Silvia Baldo, Giuseppe Di Capua ed Elisa Catalano che fonde natura e tecnologia. L’opera interagisce direttamente con lo spettatore, stimolando una relazione simbiotica tra componenti umane, organiche e inorganiche, attraverso il suono. Concepita per la sala principale dello spazio espositivo, l’installazione reagisce al movimento dei visitatori e ne restituisce suoni con l’intento di creare un dialogo interspecie. Esplicito il riferimento al monolite di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, simbolo del progresso e della sopraffazione umana grazie alla tecnica, che nell’opera viene reinterpretato in chiave contemporanea. La struttura totemica, ora non più emblema di dominio, diventa rappresentazione di una prospettiva inclusiva, coabitante e partecipata, dove tutte le entità vivono e comunicano in armonia.
Infine, Ecosistema Queer di Raffaele Esposito e Annarita Debellis è un’opera che consiste in una serie di installazioni cinetiche che riproducono una tempesta primordiale capace di stordire, rivelare e “fluidificare” le identità dello spettatore. L’opera rappresenta la corteccia di un albero realizzata interamente in metallo: nella sua essenza più profonda, essa non è una barriera impenetrabile, ma un filtro che media tra l’essere interiore e il mondo circostante. Attraverso le sue rugosità e fenditure, quest’ultima esprime la memoria di esperienze passate e di cicli vitali che si ripetono eternamente. La corteccia diventa qui un simbolo di contatto e scambio, di apertura alla trasformazione. Lo spazio apparentemente freddo e artificiale, si rivela un luogo di rinascita e adattamento, suggerendo che la tecnologia può diventare un’estensione naturale del nostro ecosistema: una pelle vivente in cui stabilire legami di cura basati sulla consapevolezza di interconnessioni inestricabili.
Medianature da AlbumArte sarà inaugurata il 16 settembre alle ore 18 e rimarrà aperta al pubblico – con accesso libero – fino al 30 settembre.
info: albumarte.org