Sono gli ultimi giorni per visitare la personale di Mario Cresci nel Salento, che ha preso il via lo scorso 26 luglio nei bastioni del Castello Carlo V di Lecce, luogo d’interesse storico, contenitore culturale d’eccellenza della città. Le oltre 30 opere della mostra, visitabile fino a sabato 15 settembre, saranno raccontate dalla curatrice Alice Caracciolo in occasione di una visita guidata in programma per la serata del 12 settembre. Dopo la chiusura della rassegna, le opere di Cresci entreranno a far parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Cutrofiano, in provincia di Lecce.
Tra i più importanti e ricercati fotografi dello scenario nazionale, Mario Cresci ha esplorato nella propria personale l’homo ludens, espressione che dà anche il titolo alla rassegna, in origine commissionata da linea, spazio di studio, ricerca e promozione dell’arte contemporanea e della fotografia d’autore, con sede a Lecce. La mostra, a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo (fondatrice di linea), si inserisce nell’ambito del progetto Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Mario Cresci esplora il concetto di “homo ludens”
Cresci si confronta con l’homo ludens in grado di creare una relazione possibile con il tutto attraverso il gioco e il mito. Per farlo, esplora la produzione ceramica del territorio leccese, realizzando oltre 30 opere fotografiche destinate, in ultimo, al Museo della Ceramica di Cutrofiano. L’homo ludens, indagato da Johan Huizinga nel suo celebre saggio del 1938, crea il suo territorio da esplorare e allo stesso tempo esplora la propria creazione. Si tratta di una dimensione di libertà e non di casualità che, nel rapporto con la materia, si pone al confine tra improvvisazione e determinazione.
Il gioco, categoria primaria e autonoma dell’attività umana, elemento pre-culturale in grado di mettere in relazione le persone, di rappresentare, di generare un sistema e di alimentare la creatività, diventa per Cresci uno strumento metodologico per avvicinarsi al lavoro dei ceramisti di Cutrofiano, come Pinu Rizzu, che in una giornata di lavoro arrivava a realizzare a mano fino ad un centinaio di fischietti di ceramica.
Cresci, iniziatore negli anni Settanta di un approccio analitico alla fotografia come chiave di accesso alla profondità della cultura immaginativa legata alla produzione artigianale del mezzogiorno, si interessa dunque alle ceramiche cutrofianesi e a oggetti di matrice ludica divenuti identitari, e va oltre. La ceramica, in passato considerata l’alfabetismo, il leggere dei popoli, diventa emblema della dicotomia tra unicità del gesto creativo e riproducibilità, caratteristiche, queste, della fotografia e della grafica.
L’animismo degli oggetti emerso dalla precedente produzione fotografica di Cresci assume una dimensione quasi ironica, per avventurarsi in una rappresentazione del “come se” che ha luogo in un cerchio magico con regole molto specifiche ma anche molto arbitrarie. L’homo faber è quello che ha il controllo sulla materia. L’homo ludens sembra meno interessato al controllo sulla materia, quanto piuttosto alla possibilità di definire una propria dimensione, una propria sfera di azione dove tutto è possibile, ripetibile e sempre diverso.
Le visite guidate gratuite alla mostra di Mario Cresci sono previste per giovedì 12 settembre, dalle ore 18 alle ore 20. Si potrà partecipare all’iniziativa a cura di Alice Caracciolo solo su prenotazione, scrivendo a [email protected].