La galleria milanese BUILDINGBOX ospiterà fino all’11 settembre 2024 la doppia personale degli artisti Gianluca Brando (Maratea, 1990) ed Andreas Zampella (Salerno, 1989). La mostra rappresenta al tempo stesso il settimo e l’ottavo appuntamento del progetto FAVENTIA. Ceramica italiana contemporanea, in cui i due artisti presentano rispettivamente Terra-spiovente (2024) e Paesaggio d’argilla (2024). Riflettendo sulle loro pratiche e tecniche ormai maturate negli ultimi anni, Brando e Zampella hanno ampliato lo sguardo su alcuni temi inerenti alla realtà faentina dopo le alluvioni del maggio 2023.
Gianluca Brando: una riflessione sulla “dimora” a partire dalle tegole
Il concetto di “dimora”, che sia umana o animale, è al centro dell’opera di Gianluca Brando, suggestionato dalle immagini degli edifici di Faenza sommersi dall’acqua. Partendo da un elemento architettonico come la “tegola”, tradizionalmente realizzata in argilla nel corso dei millenni, in Terra-spiovente ha costruito un monumento-catasta che rimanda a un’architettura sia utopica sia distopica. L’artista ha infatti modificato la struttura e la funzione della tegola apicale presentandola capovolta, dando vita a una sorta di tegola in negativo, smaltata, che diviene culla, tomba, vasca, vaso, in cui l’acqua è elemento che può dare sia vita sia morte, e a cui ha aggiunto un’appendice con forma di conchiglia.
Alcuni molluschi, infatti, diversamente dagli esseri umani, sviluppano la conchiglia insieme al crescere del proprio corpo, costituendo così la forma e la struttura ideale della propria dimora. La tegola-zoomorfa piena d’acqua ribalta le funzionalità primarie del tetto quale struttura di protezione, copertura idonea al defluire dell’acqua. La forma spiraliforme della conchiglia diviene anche simbolo ancestrale di eterna metamorfosi e scorrere del tempo.
Andreas Zampella: un paesaggio modellato
Alternando pittura, scultura e installazione, Andreas Zampella compenetra spesso i generi artistici. Infatti, l’artista originario di Salerno riunisce nelle sue composizioni pittoriche oggetti, suggestioni, immagini della quotidianità unite a una vena onirica e a velature surreali. In molti lavori, l’artista predilige l’uso dell’argilla come pigmento da stendere sulla tela, “scolpendo” e “modellando” la superficie con luci e ombre. Nell’opera Paesaggio d’argilla (2024) elementi come indumenti, vasi, tazze, piante attraversano una metamorfosi continua trasmutando e trasbordando reciprocamente. Il risultato è uno scenario lacustre, acquatico, fitomorfo, ma anche legato a elementi di uso domestico e quotidiano. Questi frammenti sinuosi – anatomici e botanici – scompongono e ricompongono una natura morta sui generis, una natura silente che è stata vita e che ricerca vita nel suo farsi quotidiano.
info: building-gallery.com