Sei documentari e tre film di finzione sono i protagonisti delle Notti Veneziane nel corso della 21esima edizione delle Giornate degli Autori, la rassegna autonoma nell’ambito dell’81esima Mostra del Cinema di Venezia che mira a offrire un ritratto a tutto tondo della settima arte come strumento di indagine della realtà. Tra le pellicole proiettate, una è all’insegna dell’arte. Si tratta di Tenga Duro Signorina! Isabella Ducrot Unlimited, un documentario di Monica Stambrini che racconta l’artista partenopea, al secolo Antonia Mosca, e il suo approccio all’arti visive avvenuto dopo i cinquant’anni.
“Tenga Duro Signorina!”, Isabella Ducrot protagonista a Venezia
Prodotto da Eolo Film Productions, Tenga Duro Signorina! esplora le opere di Isabella Ducrot seguendola a lavoro, in particolare indagandone la ricerca legata ai materiali tessili, protagonisti dei suoi lavori. Strumenti attraverso cui mostrare la fragilità dell’esistenza, i tessuti contraddistinguono la poetica dell’artista, che li utilizza per comporre tele, collages e arazzi. Opere che, quindi, sono l’esito di un’esplorazione che spazia fino ai materiali orientali.
Accanto all’indagine sulla pratica di Ducrot, il documentario propone una riflessione sul tempo dell’espressione creativa. Di fronte a un’artista che, oltrepassati i 90 anni, vede battere all’asta a prezzi stellari le proprie opere, il film proiettato a Venezia ragiona sulle possibilità – e potenzialità – di un percorso tutt’altro che accademico, capace di svilupparsi pienamente in un’età più avanzata. Un discorso, questo, che consente di ripensare al mito della giovinezza, non più unico tempo per la creatività e la produttività artistica.
Le parole della regista
La questione del tempo è esplorata anche dalla regista. «Quando ho iniziato a seguire Isabella Ducrot, più di due anni fa, sapevo qual era l’urgenza che mi spingeva: Isabella è una grande artista che solo in tarda età vedeva finalmente riconosciuta internazionalmente la propria opera, ma per me è anche diventata un modello femminile di riferimento», ha dichiarato Monica Stambrini. «Per questo – ha proseguito – non ho esitato a iniziare questo lavoro senza “le spalle coperte”, da sola con una videocamera, per starle il più vicino possibile, con il privilegio a volte di essere uno sguardo invisibile, altre di starle vicino come un’interlocutrice e una compagna di viaggio in questi due anni incredibili».
«Se penso che Isabella ha cominciato a esprimersi con la sua arte a 55 anni, e che io ne ho oggi 54, allora capisco quanto i miei crucci – il successo, i fallimenti, etc – siano risibili. Viviamo in un’epoca – ha concluso – in cui essere donna e ambire al riconoscimento sul lavoro è sempre più normale, ciò che resta un tabù è invece la vecchiaia. Anche in questo, e non solo, Isabella ha il potere di sorprenderci, mostrandoci cosa voglia dire essere artista e donna, ma anche che la vecchiaia non è da temere. Dunque, teniamo duro signorine».