Palazzo Merulana inaugura il 4 settembre 2024 la prima mostra di un’artista centenaria, ancora oggi vivente, che è stata tra le pochissime esponenti donne riconosciute della Scuola Romana: Anna Maria Fabriani. Con un percorso espositivo curato da Sabina Ambrogi, giornalista e figlia dell’artista che ha reso possibile la “prima volta” di sua madre nel traguardo dei cento anni, la mostra Anna Maria Fabriani. Riverberi e trame dalla Scuola Romana, ripercorre una carriera durata quasi un secolo, dentro e fuori lo spazio domestico.
Nata a Roma nel 1924, Fabriani è stata allieva di Carlo Socrate, uno dei maggiori esponenti della Scuola Romana, e fortemente influenzata dagli anni trascorsi a Villa Strohl-Fern. La sua è una pittura fatta di memoria viva e un’arte manuale che si oppone alla riproducibilità dell’opera d’arte, perfezionando la tecnica pittorica in un’epoca sempre più dominata da sperimentazioni concettuali e distinguendosi per un profondo impegno verso “il mestiere d’artista” coltivato con dedizione e disinteresse per il riconoscimento pubblico.
Già custode di numerosi capolavori della Scuola Romana appartenenti alla Collezione Elena e Claudio Cerasi, Palazzo Merulana continua con questa esposizione la sua opera di valorizzazione e scoperta, raccontando al pubblico come in questo caso uno dei momenti più interessanti dell’arte italiana del Novecento, documentando una ricerca artistica durata quasi un secolo.
Il percorso espositivo
Il progetto si inserisce nel dibattito attuale sulle pittrici e la loro scarsa visibilità che arriva persino alla censura di artiste che, come Fabriani, hanno operato quasi esclusivamente nello spazio domestico.
L’esposizione, che inizia dal ritratto di Maria Magris, realizzato nel 1945, e arriva alle Nature Morte del 2018, riunisce prestiti provenienti da collezioni private e appartenenti alla famiglia che documentano la ricerca artistica ed espressiva dell’artista. L’intero percorso espositivo è frutto di un lavoro di ricerca, recupero e catalogazione iniziato diversi anni fa da parte della figlia Sabina, curatrice della mostra, che ha sempre cercato di inseguire dipinti che si disperdevano per incuria, negligenza o distrazione. O semplicemente perché regalati o venduti.
Alcune tele erano addirittura conservate in alcune in cantine e lì sono state ritrovate. Maria Magris, in particolare, era stata abbandonata nella cantina del palazzo dove l’artista era cresciuta e aveva vissuto in gioventù. La restauratrice Cristiana Noci ha riportato alla luce l’opera distrutta dalla muffa, macchiata di vernice e piegata da oggetti accatastati sopra nel tempo. Tra gli altri restauri che si sono resi necessari: Rosetta (1953), sicuramente il pezzo più pregiato della collezione, danneggiato durante un trasloco assieme a Grigio su Grigio.
1940-70 e 1997-2016: due fasi creative
Il percorso artistico di Fabriani si divide in due fasi: la prima termina negli anni ’70. La seconda inizia nel 1997, alla morte del marito, lo scrittore e drammaturgo Silvano Ambrogi, proseguendo fino al 2018. La sua attività ricomincia perché completa il ritratto al marito che aveva lasciato incompiuto trent’anni prima. Durante questo periodo, la sua pittura evolve, integrando nuove visioni contemporanee, inquadrature cinematografiche, una ricerca della luce e della messa in scena dei soggetti pur mantenendo un legame forte con la tradizione.
Il mistero dei quadri perduti al Porto di Caracas
Dalle ricerche risultano ancora dispersi 10 dipinti eseguiti con il maestro Socrate nell’atelier di Villa Strohl-Fern, che ospitava moltissimi esponenti della Scuola Romana.
Sono andati perduti in Venezuela al porto di Caracas La Guayra dopo una spedizione in nave in una cassa, nel 1959. Il fratello dell’artista, Maurizio Fabriani, destinatario della spedizione, dirigeva cantieri per le costruzioni delle strade nel cuore del paese in zone molto impervie a più di venti ore di macchina dalla capitale venezuelana. Non ha fatto in tempo a tornare per recuperarli. O si è forse perso il tempo utile per farlo. La mostra rappresenta anche un’occasione per chiedere a chi li avesse o ne avesse informazioni di farsi avanti per poterli catalogare nell’archivio dell’artista ed esporre.
info: palazzomerulana.it