La GNAM è vincitrice dell’edizione 2024 del Piano per l’Arte Contemporanea

Il progetto è sostenuto dal Ministero della Cultura. L’opera Untitled (2012) di Rudolf Stingel è stata acquisita nella collezione permanente

Sono stati 40 i progetti selezionati nell’ambito dell’avviso pubblico PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura con un investimento complessivo di 3 milioni e mezzo di euro, per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano. Numerose e prestigiose le candidature che hanno ottenuto un finanziamento: la GAM di Torino, il Museo della Civiltà di Roma, il MAR di Ravenna, il Museo dell’Arte Digitale di Milano, Palazzo Collicola di Spoleto. Tra queste, anche la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma – guidata da Renata Cristina Mazzantini – che acquisisce nella sua ricca collezione permanente, l’opera Untitled (2012) di Rudolf Stingel.

Rudolf Stingel, tra figurativismo e astrattismo

Il critico italiano Francesco Bonami, riferendosi alle opere di Rudolf Stingel, parla di un tentativo (riuscito) di colmare la distanza tra figurazione e astrazione. Non saprei dove dire dove finisce l’intervento e inizia la distruzione, dirà più volte l’artista: Stingel infatti, sfida le nozioni tradizionali di ciò che costituisce un dipinto. Attraverso l’utilizzo di elementi non convenzionali ed estranei alla tradizione pittorica come il polistirolo, i tappeti, il poliuretano, la gomma e gli specchi, l’artista sfida la nozione tradizionale di arte e pittura: questi materiali vengono trattati come tele su cui l’artista interviene, manipolandoli e trasformandoli.

Tra argomenti di tempo, memoria e percezione, lo stato finale dei suoi lavori, che sembrano a volte sospesi nel vuoto, è determinato dalla partecipazione diretta dell’osservatore. Infatti, in alcune delle sue installazioni, i visitatori sono invitati a toccare e graffiare superfici coperte da moquette o da pannelli metallici: tali interazioni diventano parte integrante dell’opera, trasformandola nel tempo. Stingel è anche noto per le sue opere monumentali che trasformano completamente lo spazio espositivo, come quando ha rivestito intere stanze di musei con moquette decorata, creando ambienti immersivi.

Nel 1999 e 2003 ha partecipato alla Biennale di Venezia. Il Museum of Contemporary Art di Chicago e il Whitney Museum of American Art gli hanno dedicato una retrospettiva intitolata Rudolf Stingel nel 2007.

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