Iván Argote, ironia e provocazioni contro le ideologie oppressive

Intervista con l'artista di origini colombiane, autore del gigantesco piccione che a ottobre comparirà sull'High Line di NY

Parigino di adozione ma colombiano di origine, Ivan Argote, autore della gigantesca scultura a forma di piccione che in autunno comparirà sull’High Line di New York, utilizza un umorismo strategico per costringerci a non dare per scontato il vero significato dei monumenti e delle architetture che caratterizzano le nostre città, perché ognuno di essi ci racconta chi siamo. Argote è nato e cresciuto in Colombia e si è trasferito a Parigi 16 anni fa.

Descanso, 2022

Nel suo paese di origine ha studiato graphic design e nuovi media ma è in Europa che ha cominciato a dare vita al suo percorso artistico. Da Madrid, dove si trova attualmente per allestire il suo ultimo progetto, racconta l’evoluzione del suo pensiero e della sua produzione: «In Colombia – spiega – ho lavorato per l’industria cinematografica per un anno e mezzo, poi ho iniziato la scuola di Beaux-Arts a Parigi. Ho sempre mescolato video, film e scultura. Ho iniziato facendo delle performances in strada, nelle metropolitane, perché è negli spazi pubblici che possiamo capire al meglio come ci relazioniamo e cosa ci stimola alla riflessione. Sono i nomi delle strade, i monumenti e l’architettura stessa che ci definiscono dal punto di vista storico e ci raccontano come esseri umani. Dalle città mi sono poi spostato a spazi sempre più ampi per realizzare grandi installazioni che riguardassero località specifiche, come è successo in Camerun».

Descanso, 2022

Nel 2017, infatti, Argote è arrivato fino a Douala, nella zona Sud occidentale del paese africano, per un’opera dal grande impatto visivo che puntava a ricoprire le fognature ai lati delle strade con grandi lastroni di cemento, ognuno differenziato da una parola legata a concetti astratti ma presenti nella vita di ognuno come l’amore, la libertà o l’empowerment. Una forte presa di posizione tradotta in poesia e divulgata attraverso le strade, quasi a voler evidenziare che spesso ciò che davvero conta è molto più vicino di quanto si pensi. «Con la mia arte – racconta Argote – ho sempre voluto criticare, oppormi all’autoritarismo, al nazionalismo e a qualunque ideologia oppressiva o radicale. Ma cerco di farlo utilizzando dei metodi totalmente contrapposti, come la tenerezza, lo humor, i sentimenti. È quello che sto realizzando qui a Madrid, dove ho creato una replica della statua di Cristoforo Colombo, l’ho caricata su un camion e ho cominciato a farla girare per tutta la città. Colon è il monumento più importante della Spagna, vorrei che la gente si chiedesse perché la statua è stata spostata fino ad arrivare a domande più importanti riguardo alle relazioni coloniali tra Spagna e America».

La performance si è svolta proprio il 12 ottobre 2024, il Columbus day, una giornata di festa per molti paesi ma che per diverse comunità indigene, per esempio in Nord America, è legata a un passato molto problematico. «Il 12 ottobre – aggiunge l’artista – ha segnato una nuova data, sarà il giorno in cui una sorta di energia aliena è arrivata a Madrid e ha cambiato in tutti il modo di vedere le cose, aggiungendo curiosità e apertura mentale nelle nostre vite». Una provocazione in tutto e per tutto ma con una strategia ben pensata alle spalle e un preciso obiettivo: stimolare la conversazione, spingere lo spettatore a notare qualcosa che ha sempre avuto sotto gli occhi senza mai ragionarci sopra. «Basta una piccola trasgressione – aggiunge Argote – per attirare attenzione e sollecitare il pensiero».

Ivan Argote, portrait

Il divertimento e lo scherzo, utilizzati come strumento di denuncia e critica, sono tratti caratteristici della sua concezione artistica. Ne è un esempio l’opera realizzata durante l’anno di residenza a Villa Medici a Roma. «Volevo raccontare – afferma l’artista – in che modo gli obelischi, simbolo della città, fossero arrivati a Roma dalle varie colonie e come, nel corso dei secoli, si siano diffusi in molti altri contesti e trasformati nella rappresentazione del potere, della forza virile e, più in generale, della supremazia di un popolo rispetto a un altro. A raccontare questa importante storia è un altro simbolo della città, un piccione. Una voce fuori campo, forse il pensiero del piccione stesso, guida lo spettatore tra i diversi punti di interesse e l’obiettivo è sempre quello di indagare più a anche nei film, ci permette di avvicinarci a un soggetto e ci fa appassionare, coinvolge i nostri sentimenti e induce al ragionamento. Parto dal disegno per realizzare le mie opere in un percorso in cui l’immagine dall’astratto si materializza nel concreto».

Paseo, video still, 2022

Una direzione totalmente opposta rispetto all’ambiente seppur ancora rarefatto del Metaverso e all’espansione che l’arte digitale si sta guadagnando negli ultimi tempi. Una dimensione in cui però l’artista si riconosce. «Considerando i miei studi – afferma Argote – sono sempre stato attratto dal mondo digitale e tutto ciò che gli ruota intorno. A Parigi ho realizzato Au Revoir – Joseph Gallieni, un video in cui, grazie all’utilizzo di particolari effetti speciali, riesco a rimuovere in pieno giorno in centro città una statua monumentale, smuovendo un pezzo di storia davanti agli occhi increduli dei cittadini. Ho ideato e realizzato una vera fake news in forma artistica».