Il cavaliere del drago, l’ultimo baluardo della Tavola rotonda

Approda in Italia l’epico racconto scritto dallo storico medievalista, ricercatore della Sorbona, divulgatore e attore Emanuele Arioli. Disegni di Emiliano Tanzillo

In viaggio verso la corte di re Artù per cercare le sue origini, il giovane Sivar scopre che Merlino è scomparso e Morgana, grazie alla sua magia oscura, si appresta a conquistare la fortezza di Camelot. Inizia così un’incredibile avventura dove Sivar, inseguendo un drago, si mette alla ricerca del Sacro Graal per cercare di salvare la Tavola rotonda e fermare i piani della crudele Morgana. È questa, in estrema sintesi, la trama del graphic novel Il cavaliere del drago (Saldapress, cartonato, 112 pagine a colori, 19.90 euro), basato sull’epico racconto scritto dallo storico medievalista, ricercatore della Sorbona, divulgatore e attore Emanuele Arioli e disegnato da Emiliano Tanzillo

Spiega il primo: «È l’esito di tredici anni di lavoro. Dunque, dieci per ricostruire il romanzo perduto del Cavaliere del drago, a partire da frammenti di manoscritti medievali dispersi in tutta Europa. E ancora tre anni per tradurlo (Mondadori) e poi adattarlo in fumetto (Saldapress). Ho consultato il primo frammento nel 2010 alla biblioteca dell’Arsenale di Parigi: il manoscritto era incompleto e mi sono lanciato in un’avventura per ritrovare gli altri episodi attraverso biblioteche e archivi in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Belgio e negli Stati Uniti. Questa storia ancora sconosciuta della leggenda di re Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda meritava di essere conosciuta da tutti». Quindi Tanzillo ricorda: «Quando Ryun, l’editor, mi ha proposto questo albo ero a lavoro su diverse cose a cui tengo molto. Ho subito capito quanto fosse importante la scoperta di Emanuele. Era il suo sogno. E ho accettato all’istante: per un fumettista è facile identificarsi con la passione di anni passati alla disperata, a volte incomprensibile e forse un po’ folle ricerca di Emanuele dietro ai frammenti e di Sivar dietro al suo drago». 

Parlando del lavoro dietro a Il cavaliere del drago, Arioli lo ricorda così: «Avevo scritto la sceneggiatura. La casa editrice mi ha messo in contatto con Emiliano, che ha saputo trasporre questo universo con immenso talento e grandissima sensibilità. Scambiamo molte idee per ogni tavola ed Emiliano mi offre il privilegio di poter seguire l’avanzamento dei lavori, tavola dopo tavola». Interviene il disegnatore: «Fin dal principio è stato un progetto baciato dalla fortuna. Il rapporto, inizialmente lavorativo e poi di amicizia con Emanuele, ha permesso di procedere nel migliore dei modi e rispettando le tempistiche, con uno scambio fruttuoso, continuativo e sempre in crescita. I vari eventi promozionali in giro per l’Europa sono stati esperienze fantastiche che mi hanno dato modo di conoscere una persona unica anche dal punto di vista umano». 

E in merito alle influenze artistiche che si celano dietro a questo volume a fumetti? «Per quanto mi riguarda, traggo l’ispirazione soprattutto dalla letteratura medievale: in questo caso dal romanzo del Cavaliere del drago, ma ho utilizzato anche altre fonti medievali francesi, italiane, scandinave, irlandesi nonché canti delle Isole Fær Øer. Per esempio, una scena con una scacchiera magica in un castello, che certi lettori hanno paragonato ad un episodio di Harry Potter, si ispira a un romanzo poco conosciuto del XIII secolo, il “Didot-Perceval”». Quindi Arioli cede la parola a Tanzillo, che conclude: «Per Il cavaliere del drago ho cercato una crasi tra influenze del patrimonio comune della cultura pop (dal fumetto: autori come Dino Battaglia, Hal Foster, Juanjo Guarnido, Nob, Jean-Pierre Gibrat e mille altri) al cinema (Excalibur, Brisby e il segreto di Nimh) ai videogiochi (Castlevania, Golden Axe, Knight of the round table) con degli elementi visivi e delle esperienze che mi hanno impressionato – ad esempio, per la caratterizzazione di Morgana ho usato il trucco di Mina negli anni Settanta; per re Artù, invece, sono partito dalla sintesi iconografica dei re nelle carte francesi –, e con la documentazione e gli approfondimenti storici forniti da Emanuele durante la lavorazione».

Info: www.saldapress.com

Articoli correlati