“Giuditta e Oloferne” di Donatello torna a brillare dopo il restauro

Il capolavoro scultoreo in bronzo di Donatello è finalmente ritornato protagonista nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio a Firenze

Il progetto che ha ridato vita al capolavoro di Donatello è durato complessivamente 10 mesi, grazie al sostegno di Friends of Florence, ed è stato effettuato con un ponteggio direttamente all’interno della Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio. Grazie a questo intervento di conservazione sono state rimosse tutte le problematiche conservative inerenti al bronzo che in particolare «appariva gravemente offuscato da uno strato copioso di pulviscolo atmosferico che nel corso degli anni si era depositato sulle sue superfici per effetto dell’attrazione elettrostatica e della proprietà adesiva del protettivo».

La statua è stata realizzata da Donatello sul finire della sua carriera, tra il 1453 e il 1437: oggi la Giuditta che decapita Oloferne è tra i capolavori più noti e conosciuti dello scultore a livello mondiale, che è perfettamente riuscito a rappresentare l’esatto momento che intercorre tra i due colpi di spada attraverso cui Giuditta uccide il generale babilonese. La storia biblica è stata perfettamente compresa dal padre del Rinascimento: se Giuditta esprime l’angoscia per l’atto che sta compiendo, Oloferne si abbandona alla morte imminente. Un racconto intriso di significati, dalla vittoria della virtù sul vizio alla vendetta della donna sull’uomo, da secoli vittima dei suoi soprusi.

Nel realizzare il complesso scultoreo Donatello adottò una serie di accorgimenti tali da invitare l’osservatore a girare intorno alla statua per apprezzarla da tutti i lati – il complesso è piramidale – visto che originariamente era arricchita anche di rilievi in oro purtroppo deteriorati nel tempo. Per motivi politici e logistici la statua è stata spostata diverse volte, rimanendo però sempre a Firenze: prima in Piazza della Signoria davanti Palazzo Vecchio – dove ora si trova il gigantesco David di Michelangelopoi nella Loggia della Signoria e solo dal 1988 nella sua disposizione attuale.