Dal 13 al 16 giugno 2024 Art Basel – tra le fiere d’arte moderna e contemporanea più importanti del mondo – torna a Basilea, temporaneamente trasformata in un bellissimo museo a cielo aperto. Tra le straordinarie esperienze prevista per questa edizione, segnaliamo una nuova versione di Wheatfield – A Confrontation a Lower, della leggendaria artista ultranovantenne Agnes Denes.
Si tratta del riadattamento di una performance ecologica risalente al 1982 a Manhattan, in nome di un’arte che come lei stessa dichiarò nel 2019 «deve essere abbastanza forte da farsi spazio. Deve essere abbastanza forte da resistere alla mancanza di comprensione del pubblico». La Denes – che da oltre cinquant’anni si muove fra arte pubblica, concettuale e land art – ripropone infatti la iconica opera ambientale dei suoi campi di grano, fatto germogliare nel Battery Park di Manhattan, sui detriti del World Trade Center. Dopo più di quattro decenni, tra le problematiche legate ai danni del cambiamento climatico, a una diseguaglianza economica sempre più crescente e a un conseguente aumento della povertà, l’opera appare più attuale che mai. Nel 2015 inoltre, il progetto è stato riportato in vita a Milano in occasione dell’Expo.
Una installazione artistica a flusso libero, assolutamente non convenzionale e fuori dagli schemi: un contrasto stringente tra uomo e universo, che è in grado di dimostrare quanto purtroppo ci siamo allontanati dalla natura, concreto risultato della crisi che attraversa e che è ormai parte integrante del nostro secolo. «La mia decisione di piantare un campo di grano a Manhattan è nata dalla preoccupazione di lunga data e dalla necessità di richiamare l’attenzione sulle nostre priorità fuori luogo e sul deterioramento dei valori umani», dichiarerà – come in una profezia – Agnes Denes.
Ora, in occasione di Art Basel, l’opera prevede anche un’immagine di un cartellone pubblicitario del campo di grano originale degli anni ’80 e un grande monitor con le parole dell’artista in relazione a tematiche inerenti all’ecologia, al clima, alla povertà, e alla necessità di «sentirsi sempre più umani».
info: Art Basel