#Panel 4 – Cristina Mazzantini: «Il museo ha raccolto l’eredità degli antichi collezionisti»

La direttrice della GNAM Cristina Mazzantini spiega il ruolo del museo, dall'era degli antichi collezionisti sino alla creazione di un patrimonio collettivo

Oltre a introdurre la giornata insieme all’editore Guido Talarico, la Direttrice della GNAM ha preso parte al quarto panel dell’ART Symposium – l’evento organizzato da GNAM e Inside Art e dedicato al confronto tra imprese pubbliche e private sul tema della cultura come leva dell’innovazione e dello sviluppo – per parlare di Collezionismo e Mercato: gli investimenti culturali con Claudia Dwek (Chairman Sotheby’s Europa), Giuliana Setari Carusi (Presidente Cittadellarte – Fondazione Pistoletto) e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente FSRR).

Cristina Mazzantini, photo Claudia Rolando

Centrale nel suo discorso è stato il ruolo del museo nel mercato, da concepire come luogo pubblico che custodisce un patrimonio per tutti e come erede dell’antico collezionismo. «Se pensiamo agli studioli rinascimentali, il collezionismo era una cosa segreta. Spesso si collezionavano oggetti a cui, come ha ricordato Umberto Eco, venivano attribuiti valori magici. In questa fase, il potere della conoscenza valeva più di altri strumenti, e perché questo potere avesse un effetto bisognava mostrarlo».

Da qui, dice, il collezionismo, che è molto antico in Italia. «Si tratta di un senso estetico del potere, che va di pari passo al mecenatismo. Oggi il museo rappresenta la collezione in senso classico, il che genera una grande responsabilità, perché nei suoi spazi si forma il patrimonio. Rispetto alle questioni dell’investimento, il museo ha un ruolo più statico: il museo ha dei beni inalienabili, non scambiabili, perché se un’opera entra in un museo le viene conferito lo status di opera d’arte, e da qui, diventando patrimonio, diventerà nel tempo un’opera antica. In questo senso, il museo ha raccolto quell’eredità degli antichi collezionisti».

Cristina Mazzantini, photo Marta Ferro

Mazzantini ribadisce la funzione originaria e fondamentale che il museo che deve mantenere, e cioè quella pedagogica: «Il primo museo moderno è stato considerato il British Museum. Si è capito che insegnare al popolo il potere dell’arte era fondamentale per creare una società migliore: l’arte è parte dell’educazione. Fin dall’Antica Grecia, l’arte veniva posta nei luoghi pubblici, perché ha una funzione pedagogica molto importante, oltre quella estetica. È chiaro che il museo è diventato diverso, perché deve competere con l’entertainment, cioè educare con l’intrattenimento: il museo deve essere quindi in grado di comunicare i propri contenuti».

In questa visione e tramite il doppio binario tra educazione e intrattenimento, «è necessario – ha continuato Cristina Mazzantini – attirare un pubblico il più vasto possibile, che non sia solo di esperti, in modo che le iniziative dell’arte partano dal museo per poi diffondersi non solo nelle altre istituzioni, ma anche nelle persone della strada».

«In più – ha precisato la Direttrice in conclusione – un ruolo importante ce l’hanno le fondazioni: pensiamo a quanti artisti nel Rinascimento non sono stati valorizzati perché non hanno avuto un mecenate. Per cui pensiamo al ruolo che hanno oggi fondazioni come quella di Patrizia Sandretto Re Rebadeungo o alla Fondazione Pistoletto nella promozione dell’arte e degli artisti».

Renata Cristina Mazzantini è un’architetta e Direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Ha collaborato con Inside Art come autrice di interviste ad artisti storici e articoli di approfondimento e dal 2020 in qualità di giurata del Talent Prize, il nostro concorso di Arti visive. Inoltre, ha preso parte insieme all’editore e direttore di Inside Art, Guido Talarico, ai documentari da lui ideati in collaborazione con Rai Cultura e dedicati a Marcel Duchamp, Emilio Isgrò e Mario Ceroli. Inoltre è stata curatrice del progetto Quirinale Contemporaneo oltre che consulente del segretariato generale della Presidenza della Repubblica per i profili artistici e architettonici. Dal 2001 lavora continuativamente per la pubblica amministrazione.