#Panel 1 – Fabrizio Zappi: «I documentari come divulgazione culturale»

Il Direttore Rai Documentari, ci parla di progetti che possano sempre più «coinvolgere un pubblico largo e generalista»

«Ringrazio l’editore Guido Talarico e la direttrice Cristina Mazzantini per l’invito a partecipare a The ART Symposium» – ha esordito così Fabrizio Zappi, direttore di Rai Documentari, che a The ART Symposium l’evento organizzato da Insideart e dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea dedicato al rapporto tra imprese pubbliche e private per lo sviluppo del sistema culturale nazionale – nel primo panel La cultura motore dell’industria dei contenuti ha parlato dell’importanza di fare cultura attraverso la divulgazione di contenuti di qualità come i documentari.

L’obiettivo è infatti quello di coinvolgere un pubblico sempre più ampio puntando su tematiche più persuasive e su lavori seriali brevi per andare incontro anche ai più giovani: «Fornire – spiega Zappi – un racconto suddiviso in episodi corti consente di andare incontro anche ai più giovani: ovviamente questo deve essere abbinato a tematiche coerenti e d’interesse, attraverso un linguaggio che sia prima di tutto credibile».

«Come Rai documentari abbiamo svolto in questi anni un grande lavoro – ha commentato Zappi – il pubblico della televisione “generalista” non era così avvezzo al linguaggio del documentario e questo si traduceva in ascolti piuttosto poveri. Abbiamo così creato appuntamenti fissi: non avendo il documentario forza attrattiva o un forte appeal al livello di grandi platee, il pubblico doveva essere attratto dal contenuto delle tematiche. Siamo riusciti a “seminare” il linguaggio documentaristico in televisione: sabato sera un documentario dedicato a Raffaella Carrà ha avuto un altissimo share».

Un lavoro che è andato di pari passo con iniziative di divulgazione culturale, anche all’estero. «Lavoro molto in Francia, paese dove il documentario ha una popolarità assai maggiore rispetto all‘Italia. Molti progetti che abbiamo realizzato sono stati dedicati alla fotografia, come quello sullo straordinario Mimmo Jodice o a Paolo Roversi, il fotografo della luce».

E ancora documentari dedicati a Pierpaolo Pasolini, la grande poetessa Patrizia Cavalli recentemente scomparsa, uno in programma su Cesare Pavese e tanti altri. Un percorso necessario affinché grandi nomi siano portati all’attenzione del grande pubblico.

Fabrizio Zappi, photo Claudia Rolando

Continua Fabrizio Zappi, affermando che «l’evoluzione del linguaggio televisivo è necessariamente seriale. Si tratta di una questione di risorse e di spazi di palinsesto. Abbiamo tanti progetti, lavoriamo con l’associazione italiana dei Digital Content Creator perché loro stessi raccontino il mondo dell’influencer. Il formato seriale paradossalmente è più duttile, consente una divisione a racconti di episodi, che possono essere flessibili e di breve durata, attualmente strumento prediletto dei giovani».

Fabrizio Zappi è direttore di Rai documentari dal 2021. Ha iniziato a collaborare con la rete televisiva nazionale dal 1998, mentre dal 2016 è responsabile dell’unità organizzativa “Miniserie, Tv Movie di Attualità e Docufiction” nell’ambito della Direzione Produzione Fiction, a cui era stato assegnato nel 2000. Nel 2021 è stato nominato Vice Direttore di Rai Fiction. Dal 1997 è anche docente in università e istituti di specializzazione nell’ambito di corsi e master dedicati ai media e alla produzione audiovisiva, tra cui l’Istituto Rossellini, l’Università di Firenze, La Sapienza di Roma, e l’Università Cattolica di Milano.

info: rai.it

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