Quella che doveva essere una semplice gita al museo si è trasformata in una vera e propria vicenda giudiziaria. Megan Mzenga – visitatrice in questione del Walker Art Center – ha raccontato a una nota rete televisiva di Minneapolis, Kare 11, che un operatore museale, vedendola allattare sua figlia di otto mesi, l’avrebbe rimproverata e invitata a smettere. Il dipendente, evidentemente poco informato sulle politiche dell’istituzione, le ha infatti suggerito di continuare fuori. Immediata la reazione della donna che sentendosi giustamente umiliata ha deciso di fare causa all’istituzione, sostenendo che il museo ha «violato i suoi diritti civili».
Secondo quanto raccontato alla rete televisiva infatti, accorgendosi che la bambina aveva fame ha deciso di «sedersi su un divano e iniziare ad allattare. A quel punto, un membro del personale maschile le si è avvicinato dicendole che non avrebbe potuto farlo lì, aggiungendo addirittura di «aver chiamato una scorta per portala in un altro posto». Megan Mzenga ha dichiarato al programma di essersi «vergognata» e per questo motivo, di avere poi sporto denuncia in seguito.
All’uscita dal Walker Art Center, la donna avrebbe anche chiesto delucidazioni in merito, con grande sorpresa di altri membri dello staff, che proprio non sapevano come comportarsi o risponderle e le avrebbero poi fornito un semplice modulo sui “feedback museali” da compilare. Vero però, che secondo il sito del museo di Minneapolis, «i genitori sono liberi di allattare i bambini ovunque si sentano a loro agio». Per ora, l’istituzione si rifiuta di commentare il contenzioso in sospeso ma ha ribadito la sua policy in questione ovvero quella di «accogliere e invitare i visitatori ad allattare al seno ovunque siano più a loro agio in tutto l’edificio, comprese le gallerie. Inoltre, se si chiede uno spazio privato c’è una piccola camera sita al nono piano, con divano, lavandino e bagno».