Armi in pezzi: si è svolta lungo la Giudecca una performance contro la guerra

In occasione della mostra di Sarah Revoltella, nove studenti scelti dall'artista hanno distrutto delle armi in ceramica lungo la riva della Giudecca

I venti di guerra raggiungono la laguna di Venezia, dove sullo scenario della 60. Esposizione Internazionale d’Arte è stata inaugurata Il rumore dei buchi neri, la personale di Sarah Revoltella a cura di Daniele Capra. La mostra, aperta al pubblico fino al 30 maggio, è ospitata nella sede veneziana di Emergency, posta sulla riva della Giudecca. Proprio lungo il canale, l’artista veneta – ma anche regista e scrittrice – ha realizzato una performance dal forte impatto emotivo con cui aprire la propria personale.

Il 17 aprile, giorno dell’inaugurazione, nove studenti selezionati dalla Venice International University si sono disposti in fila lungo la Giudecca imbracciando delle riproduzioni di armi comunemente usate in guerra. Dopo aver letto le specifiche di ciascuna di esse al pubblico, le armi sono state gettate a terra, dove si sono frantumate. «Ho fatto realizzare dai ceramisti di Nove delle repliche in scala 1:1 di armi contemporanee», ha spiegato Revoltella. «L’arte opera un rovesciamento – ha continuato – l’arma, diventata opera patinata, rivela tutta la debolezza dell’oggetto bellico. Oggetti nati per uccidere diventano cocci inerti da buttare».

La performance, dal titolo Io combatto, entra anche nel percorso espositivo, dove sono presenti le fotografie degli studenti sulla Giudecca immortalati nei momenti iniziali dell’azione. Sotto alle immagini, i cocci delle armi, e in sottofondo le voci degli studenti che, frammezzate dai rumori provenienti dalla distruzione delle riproduzioni in ceramica, ne spiegano le caratteristiche. Ma la mostra si compone anche di un’altra opera: Stelle e Conflitti, un grande arazzo di lana realizzato dalla cooperativa di tessitrici di Nule in Sardegna, rappresenta le connessioni tra i conflitti mondiali e la mappatura dei buchi neri fornita dalla NASA. L’opera manifesta così una correlazione tra destino dell’universo e accadimenti umani.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 30 maggio.

info: eventi.emergency.it

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