Al Casale dei Cedrati una mostra di Luana Perilli

Dopo la mostra di Sonia Andresano, la rinascita del Casale dei Cedrati prosegue con l'esposizione di Luana Perilli

Il Casale dei Cedrati, bistrot e spazio polifunzionale all’interno di Villa Pamphilij, ha riaperto dopo una lunga chiusura. È un edificio medievale, adagiato direttamente sui resti dell’acquedotto Traiano-Paolo, su via Aurelia antica.

Qualche anno fa, nel 2013, su iniziativa della curatrice Lori Adragna, nello spazio sono state ospitate anche alcune esposizioni, tra le quali quella di Pablo Mesa Capella che occupò il pavimento di cotto con un centinaio di agrumi. Lo spazio era stato affidato, tramite bando, al consorzio Casale dei Cedrati, nato dalla partecipazione condivisa di CoopCulture e l’impresa sociale Linea d’Arte, in collaborazione con altre associazioni culturali. Ebbe, tuttavia, vita breve: a pochi mesi dall’apertura, nel febbraio del 2016, il casale venne chiuso e interruppe la sua attività, a causa di una vicenda giudiziaria. Ora, da novembre 2023, Casale dei Cedrati è rinato e, dopo la mostra di Sonia Andresano, fino al 15 aprile è possibile visitare la mostra Amata, personale di Luana Perilli che include 5 lavori realizzati nell’arco di 10 anni, dal 2014 al 2024.

Così dichiara la curatrice Lori Adragna: «L’invito del Casale dei Cedrati alla sua fruizione, attraverso attività sociali, culturali e artistiche intende promuovere una cultura attiva, etica e responsabile, nei confronti del territorio e della collettività. Gli artisti invitati nella project room, saranno liberi di esprimersi attraverso mostre di fotografie o dipinti, performance e installazioni site-specific. Sono inoltre previste alcune residenze. La creazione artistica partecipata favorisce la relazione degli artisti sia con il vissuto dei luoghi che con la collettività; in tal senso, ha una ripercussione sul territorio e a sua volta ne resta influenzata. Se come in questo caso si concentra in un parco cittadino ricco di storia, natura e cultura, come Villa Pamphilj, l’operazione acquista un valore aggiunto favorendo attraverso la memoria, anche la consapevolezza ambientale».

Le opere in mostra al Casale dei Cedrati

Il lavoro di Luana Wojaczek Perilli (Roma, 1981) interroga spesso il legame tra mondo umano e mondo animale. Partendo in particolare dalla scienza dell’Etnozoologia, Perilli ha lavorato molti anni includendo le formiche e altri insetti vivi nel corpus delle sue opere. L’opera Amata pone l’attenzione sulla complessità del lessico: da una parte, il significato nell’ambito relazionale-affettivo; dall’altra, in campo biologico, “Amata phegea” è il nome scientifico di una falena diurna e nera, presente in Italia, che annuncia l’arrivo della Primavera sulla montagna. Il lepidottero è anche conosciuto in dialetto silano come “cantalamissa”.

La scultura intitolata Amata si presenta come un anomalo tronco d’albero dotato di manina guantata, il pugno stringe una bacchetta magica con, all’estremità, la riproduzione della falena nera. La superficie del tronco è rivestita o “ammantata” da lembi di cuoio colorato. Perilli riprende una particolare leggenda cinese, mito eziologico sulla nascita del baco da seta. Una bellissima fanciulla, non riuscendo più a trovare il padre, si promette in sposa a chi riuscirà a riportarlo a casa. Un cavallo rompe il recinto e rintraccia il padre, che non accetta, da parte sua, di vedere la figlia disonorata e non vuole che tenga fede a un voto così compromettente. Durante la notte, l’uomo scuoia il cavallo. Eppure, il mattino seguente, la pelle del quadrupede vola sulla “promessa” vestita a nozze: nasce così la crisalide che renderà fulgida ricchezza al popolo cinese.

All’artista interessano, in questo caso, le modalità in cui i popoli riescono a incorporare le storie degli animali nella saggezza comunitaria e ha ridato vita a dei residui: il cuoio di risulta dall’industria di pellame. L’idea di nozze contro natura, in particolare, riprende i passi di Deleuze espressi nel capitolo “Divenire animale” (relazione con animali, caccia) di Millepiani, concetto poi ulteriormente investigato da Donna Haraway nella formula di “allenza multispecie”.

Nel video del 2014 Urformen (forme originarie, forme archetipiche in tedesco) Luana Perilli si ispira al lavoro di Karl Blossfeldt, ricordato come fotografo ma in realtàdocente di scultura che usava close-up fotografici sulla struttura delle piante per fini pedagogici. Urformen der Kunst (1928) e Wundergarten der Natur (1932) sono l’ABC della natura espressa sottoforma di pattern plastici. Più l’obiettivo di Luana Perilli si avvicina zoomando sugli oggetti, più quest’ultimi perdono la loro conformazione naturale; gli elementi vegetali e le pietre sembrano post-prodotti, appaiono quasi fossero frutto di astrazione mentale.

Il secondo video in mostra si intitola Ways of looking at a black bird – parafrasando la poesia Tredici maniere di guardare un merlo di Wallace Stevens, poeta americano. L’artista ha filmando un merlo con la testa bianca che andava e veniva nel suo giardino durante pandemia. Nel video, di riflesso, l’animale scompare, si sdobbia e assume un aspetto magico grazie a degli effetti di post-produzione. Il merlo in oggetto è un esemplare leucistico: in biologia, consiste in un’anomalia della colorazione per cui alcuni individui sono chiari, biancastri, ma non totalmente privi di pigmento come gli albini.

Secondo una leggenda il merlo in precedenza era bianco ma avendo attraversato l’Inferno per la sua innata curiosità ne uscì con il manto nero, la sua intelligenza si accosta alle caratteristiche che popolarmente gli si attribuiscono, è considerato un animale magico “della soglia”, in grado di attraversare differenti dimensioni spazio-temporali. Questo video faceva da trittico con due sculture: Narziß (Narciso) e Goldmund (Boccadoro).

La storia di Hermann Hesse racconta di un amore platonico, un’amicizia che si basa sulla complementarietà dei caratteri: Narciso rappresenta l’intelligenza razionale (è teologo), mentre Boccadoro decide di essere viandante e si riscopre poeta-artista. Dopo la pandemia dell’epoca, la peste, Boccadoro riflette su come sottrarre la memoria alla morte e vuole ritrarre il volto dell’amico. Mentre la scultura di Narciso – non in mostra – include una testa tagliata con un merlo che osserva il suo interno (in ceramica); la scultura Goldmund è caratterizzata da vari connotati: un bastone da passeggio, elementi scultorei in ceramica come un uovo di merlo, un favo di api, il “sorbo degli uccellatori” – da cui si credeva si potesse ricavare il legno per fabbricare “bacchette magiche” e che si usava per catturare gli uccelli in quanto pieno di bacche. 

L’installazione Wanderlust è un frammento di una serie di oltre 100 bastoni – un vero e proprio bosco, ritratto collettivo di intelligenze animali e umane – che verrà esposto nella personale dell’artista in programma il 6 giugno al MARCA di Catanzaro. I bastoni sono stati utilizzati per camminare nei boschi dell’appennino dalla Sila al Piemonte e all’Emilia Romagna.

«In ogni tappa di questo progetto finanziato e promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro abbiamo attivato l’intelligenza collettiva e animale percorrendo i boschi e incorporandoli in un gesto antico come prostetico per avere “zampe” ulteriori funzionali a camminare meglio. Quest’operazione di incorporare i vegetali in una vera alleanza multispecie è poi rinsaldata da un laboratorio finale in cui ogni partecipante lascia l’impronta della mano nella ceramica dove ha tenuto il bastone», spiega Luana Perilli che ha un importante rapporto con l’ambiente montano e ha un suo studio sulla Sila. Inoltre, grazie alla vincita del Premio Unicredit Tomorrows Award, Perilli porterà avanti un progetto con la comunità delle montagne abruzzesi andando a recuperare antiche competenze femminili legate all’etno-botanica.

L’ultima opera L’Orso Farfalla riproduce un disegno della figlia partendo dall’idea di pareidolia, una sorta di fantasia spontanea, un residuo di intelligenza animale che coinvolge l’amigdala e ci permette di avvertire le presenze di “altre” fisionomie nelle macchie. È un portato della “strategia di allerta” preda-predatore; l’animale cerca di scorgere in natura occhi o fattezze di altri animali per difendersi o attaccare.

L’artista decide, tuttavia, di ribaltare un meccanismo spontaneo e trasformarlo nell’anti-immediatezza: riproduce l’immagine disegnata dalla bambina su un lembo di cuoio. Questo ricamo è frutto di una pratica lentissima e dolorosa, in quanto per lavorare una superficie così dura si bucano spesso le dita. In aggiunta, rievoca un’operazione di pazienza muliebre, una Penelope che tesse in attesa del ritorno di Ulisse.

info: casaledeicedrati.it