New York, MoMA occupato da attivisti filo-palestinesi

Centinaia di manifestanti filo-palestinesi hanno occupato il MoMA chiedendo la fine della guerra e la rimozione di alcuni membri del CDA

Il 10 febbraio centinaia di manifestanti filo-palestinesi hanno temporaneamente occupato il MoMa di New York per protestare contro gli attacchi israeliani a Gaza e contro gli interessi finanziari che cinque amministratori museali avrebbero in Israele. Numerosi striscioni esposti nell’atrio recitavano frasi come “Free Palestine, From the River to The Sea” o “Cultural workers Stand with Gaza”. Gli organizzatori della manifestazione hanno poi distribuito diversi opuscoli con nomi e cognomi di alcuni membri del Consiglio di amministrazione – Leon Black, Larry Fink, Paula Crown, Marie-Josée Kravis e Ronald S. Lauder – e le accuse sui loro investimenti per finanziare l’occupazione sionista.

La protesta è stata organizzata dai Writers Against the War on Gaza e dalla sezione di New York del Movimento giovanile palestinese. Ad accendere la fiamma del dissenso, sarebbe stata la presunta decisione di Israele di poche ore prima, di invadere Rafah, città al confine tra Egitto e Gaza. Il gruppo ha successivamente dato vita a un’azione performativa, chiedendo al museo di prendere una immediata posizione contro il genocidio.

«Mentre il MoMA sostiene ideologie di cambiamento e creatività, il Consiglio di amministrazione finanzia direttamente l’occupazione sionista attraverso la produzione di armi, attività di lobbying e investimenti aziendali». La dichiarazione sottolinea ovviamente la necessità dell’arte di farsi strumento di denuncia sociale, affinchè le istituzioni artistiche non servano solamente da velo per il genocidio. La manifestazione all’interno del museo, iniziata nel primo pomeriggio, si è conclusa qualche ora più tardi all’esterno, con una marcia verso Midtown Manhattan.

Parallelamente a questa ribellione, centinaia di manifestanti sono scesi nei pressi del museo di Brooklyn con la medesima intenzione. Intanto nelle scorse ore è stata resa pubblica una lettera che denuncia «il vergognoso silenzio delle istituzioni culturali newyorkesi mentre Israele commette un genocidio a Gaza», firmata da oltre 100 operatori culturali di New York, tra cui il Metropolitan Museum of Art, il Brooklyn Museum e lo Studio Museum.