Palazzo delle Paure reloaded: a Lecco una sfida tra museologia e valorizzazione

Inaugurato a Lecco il nuovo allestimento della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea al secondo piano del Palazzo delle Paure

Edificato nel 1916 in stile eclettico, secondo il gusto dell’epoca, deve il suo singolare nome (“Palazz di Pagür” in dialetto locale) al suo impiego come sede dell’Intendenza delle Finanze, del Catasto e delle Dogane, perdurato fino al 1964. Dopo un periodo come sede scolastica e una fase di abbandono, il Palazzo viene finalmente riqualificato e convertito in polo culturale, diventando negli ultimi anni il fulcro delle iniziative artistiche della città lariana. Al suo interno si svolgono infatti convegni e conferenze, vengono organizzate mostre temporanee e hanno sede (rispettivamente dal 2016 e dal 2019) l’Osservatorio Alpinistico Lecchese e il Museo della Montagna CAI Lecco. Insomma, il Palazzo delle Paure costituisce il vero e proprio cuore pulsante della programmazione culturale lecchese, inserendosi all’interno del SiMUL, assieme ad altri edifici e luoghi storici della città, tra cui Palazzo Belgiojoso (sede del Museo di Storia Naturale, del Museo Archeologico, del Museo Storico e del Planetario), la Torre Viscontea (collocata a pochi passi dal Palazzo delle Paure e anch’essa adibita a spazio espositivo) e Villa Manzoni.

Come detto, dallo scorso 16 dicembre si è aggiunta una novità, ovvero l’accorpamento della Collezione di Arte Contemporanea (già presente presso il Palazzo delle Paure dal 2012) e della Collezione d’Arte Moderna, fino a quel momento esposta al secondo piano di Villa Manzoni, magione di proprietà della famiglia di Alessandro Manzoni per circa due secoli, dal 1615 al 1818. Villa Manzoni infatti, sino a ora, è stata non solo la casa-museo dell’autore dei “Promessi Sposi” ma anche la sede espositiva della quadreria comunale (inaugurata nel 1983) nella quale sono confluiti donazioni e lasciti di diversi collezionisti privati tra Ottocento e Novecento.

Lo spostamento della Pinacoteca (o meglio, di una parte di essa, mentre il resto resterà in deposito) presso il Palazzo delle Paure risponde, per il momento, principalmente a un’esigenza pratica e logistica poiché, in seguito all’erogazione dei fondi del PNRR, il Comune ha dato il via a una serie di lavori di restauro che interesseranno negli anni a venire le aree della villa manzoniana ospitanti la quadreria.

Questa, dunque, la ragione dell’accorpamento delle due Collezioni d’Arte – Moderna e Contemporanea – presso il Palazzo, che comunque potrebbe diventare un cambiamento a lungo termine, stando alle intenzioni riportate nel pannello introduttivo che apre il nuovo allestimento: creare un continuum tra la Collezione d’Arte Moderna e quella Contemporanea, proponendo al pubblico un percorso organico e cronologico articolato in otto sale tematiche che dalla pittura lombarda del XVII secolo (con un focus sul genere della natura morta) va alla ritrattistica tra XIX e XX secolo, proseguendo poi con un affondo sulla pittura di paesaggio lacustre e montano e sugli artisti locali. Infine, le ultime tre sale sono dedicate nello specifico al patrimonio contemporaneo lecchese, che negli ultimi anni si è andato ampliando grazie a nuove acquisizioni e che include non solo grandi nomi del Novecento italiano (Dorazio, Turcato, Baj, Castellani, Alviani solo per citarne alcuni) ma anche artisti legati al territorio, perché nati o residenti in zona, come il bellanese Giancarlo Vitali oppure l’artista uruguayano naturalizzato lecchese Pablo Atchugarry (al quale l’anno scorso proprio il Palazzo delle Paure ha dedicato la mostra monografica Pablo Atchugarry. Una vita tra Lecco e il mondo).

Questa scelta allestitiva ha quindi interamente concentrato la collezione in un solo spazio mentre Villa Manzoni viene a configurarsi unicamente come museo manzoniano con la sua esposizione, presso le sale al piano terra, di effetti personali appartenuti allo scrittore (uno fra tutti, il suo corredo del battesimo), edizioni d’epoca dei suoi scritti e illustrazioni del suo romanzo. A questo si aggiunge dal 2019 anche un ampliamento dell’allestimento in chiave multimediale che propone la proiezione della pellicola “I promessi sposi” (1922) di Mario Bonnard, forse la prima trasposizione cinematografica davvero rilevante del romanzo manzoniano.

Così, senza la quadreria, la Villa in cui Alessandro Manzoni ha trascorso la sua infanzia è ora libera di diventare un luogo manzoniano puro, inserendosi senza ulteriori distrazioni nel cosiddetto “itinerario manzoniano”, ovvero una sorta di percorso ideale che unisce vari luoghi (più o meno presunti) emblematici della storia di Renzo e Lucia (è il caso, solo per citarne alcuni, del comune di Pescarenico, del convento di Fra’ Cristoforo, del Tabernacolo dei Bravi, della Casa di Lucia o del Castello dell’Innominato a Vercurago).

Per quanto perfettamente legittima possa risultare l’idea di accorpare tutta la collezione d’Arte in un unico percorso espositivo, sorge comunque spontanea una riflessione, soprattutto in considerazione del fatto che negli ultimissimi anni alcune mostre svolte presso il Palazzo delle Paure (penso per esempio a Paesaggi possibili. Da De Nittis a Morlotti, da Carrà a Fontana, tenutasi dal 17 luglio 2021 al 21 novembre 2021 con la curatela di Simona Bartolena) hanno cercato di sancire un dialogo con Villa Manzoni, inserendo una selezione di opere nel percorso espositivo della sua pinacoteca. In questo modo, si veniva a creare davvero un serrato confronto tra l’Arte Moderna presente nella Villa e quella Contemporanea del Palazzo, per mezzo peraltro di opere che si collocavano cronologicamente tra fine XIX e inizio XX secolo, costituendo davvero un tramite tra i due secoli rappresentati dalle citate collezioni.

Inoltre, si contribuiva a valorizzare entrambi gli edifici, creando davvero una rete museale che si articolava coinvolgendo tutta la città di Lecco, poiché per poter vedere la mostra nella sua interezza bisognava necessariamente visitare tutti e due gli spazi espositivi, stimolando il pubblico a spostarsi per la città, a scoprirla, a viverla. Ecco allora che il Palazzo delle Paure e Villa Manzoni si valorizzavano reciprocamente poiché chi giungeva al Palazzo per visitare la mostra, la Collezione d’Arte Contemporanea, il Museo della Montagna, era portato a scoprire anche la Villa e – viceversa – chi andava alla Villa, perché impegnato nel suo pellegrinaggio manzoniano, poteva venire a conoscenza della mostra e aggiungere un’ulteriore tappa, magari non preventivata, al Palazzo (cosa facilitata anche dal fatto che la distanza tra il Palazzo e la Villa è di appena un quarto d’ora di cammino).

Così il SiMUL poteva davvero ambire a costituire un sistema integrato in cui porre in dialogo i vari spazi di interesse artistico e storico dislocati per la città, anziché rischiare di ridurli a unità isolate e non sufficientemente comunicanti. Spostare la quadreria interamente al Palazzo delle Paure interrompendo questa rete potrebbe rivelarsi controproducente, concentrando tutta l’affluenza dei visitatori solo presso il Palazzo (che, come detto, include già più attrattive diverse per il pubblico, alle quali si aggiunge anche l’ormai consueto appuntamento natalizio “Capolavoro per Lecco”) a scapito della Villa.

Naturalmente, si tratta di pure speculazioni ed è ancora troppo presto per saltare a conclusioni affrettate poiché solo il tempo saprà mostrare se questa scelta curatoriale e museologica (qualora dovesse essere mantenuta in futuro, al termine dei lavori di restauro) avrà conseguenze – positive o negative – sulle varie realtà che costituiscono il SiMUL.

Nel frattempo, comunque vada, il Palazzo delle Paure, la Villa manzoniana, la Torre Viscontea, Palazzo Belgiojoso sono lì ad aspettare noi, circondati da quei monti a cui Lucia, fuggendo da Don Rodrigo, ha detto addio.

Palazzo delle Paure, Piazza XX Settembre 22, Lecco

Villa Manzoni, Via Don Guanella 1, Lecco

Articoli correlati