Si inaugura il 13 febbraio una grande esposizione a Parigi al Jeu de Paume sulla fotografa e attivista politica di origini italiane Tina Modotti. La galleria nazionale parigina, che esporrà i lavori fino al 26 maggio, ha raccolto una serie di opere provenienti da vari musei internazionali e collezioni private, tra fotografie, riviste e stampe moderne realizzate negli anni ’70 dai suoi negativi originali e che ripercorrono la carriera di questa artista straordinaria. Tra i soggetti rappresentati nature morte, autoritratti e scatti intimi di donne e bambini. Per contestualizzare al meglio alcune delle foto esposte, la cui diffusione sulla stampa era l’obiettivo, la rassegna presenterà anche le riviste su cui sono state pubblicate per l’occasione.
Il fine del suo lavoro non è mai stato quello di produrre immagini piacevoli, ma catturarne l’essenza e sensibilizzare la società. La sua è una fotografia di strada, con uno sguardo sensibile e critico, portavoce di profonde denunce sociali senza mai rinunciare all’aspetto estetico delle foto. Tina Modotti ha sempre fotografato letteralmente ciò che vedeva, prediligendo soggetti umani e persone sconosciute. La mostra riesce perfettamente a rendere viva la visione e l’impegno di un’artista che ha sicuramente lasciato il segno nel suo tempo e in quelli successivi.
«Cerco di produrre non arte ma fotografie oneste, senza distorsioni o manipolazioni, mentre la maggior parte dei fotografi cercano ancora effetti artistici» e «metto troppa arte nella mia vita e di conseguenza non mi rimane molto da dare all’arte»: queste due affermazioni personali riescono a rispecchiare perfettamente la sua persona e il suo modus operandi. Le sue immagini sono un grido di libertà e rivoluzione che, assieme alla sua forte empatia, l’hanno resa una delle fotografe più influenti del XX secolo.
La storia che attraversa è di coraggio e determinazione: nasce alla fine del secolo scorso a Udine in una famiglia molto povera e nel 1913 emigra negli Stati Uniti. San Francisco è una città multiculturale e stimolante e la Modotti ha la possibilità di confrontarsi con le diverse realtà del posto. Arriverà persino a lavorare in ambienti cinematografici, conoscendo così diverse personalità influenti del posto e interessandosi sempre di più a tematiche sociali. Per la sua bellezza ed espressività sarà (paradossalmente) in un primo momento della sua vita, obiettivo di vari fotografi.
Nei primi anni ‘20 poi, durante un viaggio in Messico in cui perde il marito, si avvicina al partito comunista del posto e a personalità del calibro di Frida Kahlo e Diego Rivera, di cui realizzerà celebri ritratti. È proprio nel Messico post-rivoluzionario che si forgia la sua coscienza politica e il particolare stile: le sue immagini potenti la renderanno l’istigatrice del fotogiornalismo nel paese. Successivamente da qui il suo interesse nei confronti della politica, che la porterà in Italia a denunciare le violenze del fascismo.
Celebre il commovente ricordo commemorativo di Pablo Neruda che la definisce metaforicamente come «un fuoco» che «non muore mai».
L’œil de la révolution
dal 13 febbraio al 12 maggio 2024
Jeu de Paume, Parigi
info: jeudepaume.org